giovedì 31 dicembre 2009

Save the words

Da qualche tempo lo Zingarelli ha introdotto nelle sue "Parole del giorno" il simbolo del fiore accanto a quelle parole un po' speciali, non ancora dimenticate, ma sempre meno usate.

Quelle paroline che servirebbero a rinvigorire il nostro italiano che ormai appare un po' sciatto, un po' piatto e senza sorprese. Allora appaiono palandrana, esilarare, balocco, trastullo e via dicendo.

Oggi ho scoperto questo sito inglese in cui si possono adottare le parole che ormai stanno scomparendo dalla lingua di tutti i giorni. Si può scegliere una parola specifica, oppure farsene assegnare una a caso dal sistema.

Io ho adottato

quotientive
adj.


denoting how often

The orizontal line in the quotientive graph showned the number of times Sanjay remembered to change his son's diapers in a given week

Ecco la prova ;)


mercoledì 30 dicembre 2009

Se faccio capisco

Per caso oggi sono incappata in questa massima di Confucio:

"Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio capisco"

La diceva sempre Bruno Munari prima di iniziare i suoi seminari. Mai nessuna frase ha descritto in miglior modo il mio modo di apprendere.

lunedì 28 dicembre 2009

Per quelli del web


Anche quest'anno A List Apart propone il proprio sondaggio sulle professionalità legate al web.

Anche se nell'ultimo anno non sono più esclusivamente una professionista del web non ho saputo resistere alla tentazione di partecipare.

Il titolo recita "Il sondaggio per le persone che creano siti web" nella realtà questa generica descrizione ragruppa di tutto un po': sviluppatori, grafici, scrittori, editor e chi più ne ha più ne metta. Vista questa vaghezza mi ci sono comunque vista dentro.

Io l'ho fatto e dovresti farlo anche tu!

lunedì 14 dicembre 2009

L'italiano di Severgnini

Riemergo ora dopo una pausa troppo lunga. Si lavora troppo, troppo in fretta e non sempre bene.

In un break milanese di 2 giorni sono riuscita a leggere le Lezioni semiserie di Beppe Severgnini; un libricino leggero, scorrevole, divertente ma per nulla superficiale. Con la sua solita ironia Severgnini riesce a presentare i dubbi, gli errori e le certezze dell'italiano nei confronti della propria lingua e dagli errori, si sa, si impara sempre. Ma per essere sicuro di lasciare ai propri lettori qualcosa anche dopo la fine della lettura propone gli esercizi di comprensione per ogni capitolo e allora via ai Sodoquiz e ai Masotest, divertenti sì, ma non sempre facili!

Due cose mi sono rimaste particolarme impresse di questa lettura.

La prima è l'uso del punto e virgola, segno quasi ormai dimenticato nella scrittura, ma nient'affatto sparito nel parlato; è quella pausa lievemente più lunga e pensierosa rispetto alla virgola ma non ancora decisiva quanto il punto. Io confesso che nei miei scritti non lo inserivo da un bel po' - ho rimediato mettendono due in questo post, però. L'altro insegnamento che mi sono portata a casa è lo sdoganamento del "ma" ad inizio frase, una di quelle consuetudini che fanno inorridire i maestri elementari, ma che spesso rende le frasi più incisive, dirette ed efficati.

Consiglio caldamente la lettura a chi abbia voglia di imparare qualcosa in più sulla scrittura, ma anche a chi voglia semplicemente passare qualche ora col sorriso sulle labbra.

venerdì 30 ottobre 2009

Il cliente è il protagonista

Nikon sembra aver preso alla lettera l'assioma del marketing: metti al centro il cliente. Ecco una recente campagna di cartellonistica.


L'effetto flash improvviso cattura inegabilmente l'attenzione e sentirsi protagonisti per qualche passo credo possa far bene all'autostima di chiunque.

mercoledì 21 ottobre 2009

La rivoluzione parte dal basso

Apprendo da Internazionale di un nuovo colpo messo a segno dagli Yes Man.

Questa volta la "vittima" è stata la Camera di Commercio degli Stati Uniti e l'argomento della disquisizione la legge sul clima voluta dal presidente Obama.

Andy Bichlbaum e Mike Bonanno, travestiti da rappresentanti della Camera di Commercio hanno organizzato una conferenza stampa in cui hanno diffuso la notizia di un cambio di direzione rispetto alle posizioni precedentemente prese sulla legge sul clima. Da un atteggiamento dichiaratamente osteggiante nei confronti della legge, i due "rappresentanti" si sarebbero dimostrati improvvisamente favorevoli al punto tale da introdurre un tetto alle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

Molti i giornalisti che sono cascati nel tranello: il il Washington Post e il New York Times tra gli altri. Più attento invece il giornalista che ha avvertito il vero portavoce della Camera di Commercio Eric Wohlschlegel che è prontamente intervenuto alla conferenza stampa.

Sono rimasta sorpresa non tanto dall'impresa, ma dal fatto che sfruttando le giuste leve e seguendo una buona strategia si riesca ad ottenere un'autorevolezza tale da essere creduti da testate importanti. Insomma, quando si dice comunicare con cura!

martedì 13 ottobre 2009

Acqua sudicia a un dollaro

Chi comprerebbe dell'acqua sporca da bere? Nessuno. Eppure succede ogni giorno. Date un'occhiata a questo video.



Il sistema per raccogliere fondi ideato ha senza dubbio dato i suoi frutti. Rendersi conto dal vero di alcune situazioni può essere veramente efficace. E creare questo video e mandarlo online ancor di più.

Sparisce il De Mauro

Mi è venuto un colpo! Sono andata online per controllare l'ortografia di una parola e ho trovato questo.

Perdo una certezza...

Conferenze e blog

Ottimi i consigli di Ethan Zuckerman, blogger statunitense e fondatore di Global Voices, e Bruno Giussani, responsabile per l’Europa delle Ted conference per i blogger che vogliono aggiornare il loro blog in diretta durante una conferenza.

Il manuale, 3 paginette leggere con delle belle illustrazioni, è un concentrato di consigli suddivisi per argomento: gli errori, la collaborazione, la digestione e rielaborazione dei pensieri, i link, i tag, le tempistiche, gli strumenti, il posto in cui scrivere, la preparazione, le citazioni, il pubblico, i contenuti, i software, gli speaker e lo stile.

Un ottimo aiuto, concentrato, piacevole e ben scritto. Buona lettura.

martedì 6 ottobre 2009

Vultus Liber

Facebook ha inaugurato una versione in latino.

Fa sorridere vedere come alcune cose siano assolutamente intraducibili a causa del mancato aggiornamento della lingua. Ma fa altrettanto sorridere leggere “puncti“ al posto di “poke“, “domus“ per homepage, “epistulae“ per posta e “nuntia“ per notifiche.

Lo “status” invece rimane sempre status nonostante gli aggiornamenti tecnologici!

mercoledì 30 settembre 2009

Raccolta di tutorials

Questo mese è stato un po' particolare per il blog. Dopo la pausa estiva, purtroppo poco vacanziera e molto lavoratrice, i post non hanno ripreso lo slancio del rientro.
Voglio cercare di rimediare con questo post.

In questo mese mi sono dovuta arrabattare spesso fra i programmi di grafica - complice anche il fatto che al rientro dalle ferie nel mio nuovo PC ho trovato la suite CS4 di Adobe ;) - e non essendo una grande conoscitrice di effetti, forme e sfumature o cercato aiuto online.

Vi lascio quindi una piccola lista di siti da non perdere che spero di aggiornare man mano nel tempo:

Vectips
In inglese, chiarissimo e con tante immagini.

Vectortuts+
Sempre in inglese, con spiegazioni semplici passo dopo passo.

blog.spoongraphics
Inglese, bellissimo nella grafica, semplice ed intuitivo

Scatto design
In italiano con moltissime informazioni utili anche sulla creazione di esecutivi per la stampa.

E per ultimo questo gioiellino che fa letteralmente rimanere a bocca aperta.


martedì 8 settembre 2009

Che font sei?

Sei un Courier
Come un font da macchina da scrivere su un PC, tu vai fieramente controcorrente. Non sei preoccupata di far conoscere le tue opinioni, e per te, niente è peggio di essere identificati come "convenzionali".


Questo il risultato del simpatico test proposto qui. E voi che font siete?

mercoledì 29 luglio 2009

Suoni fatti a macchina

Spesso il suono delle parole suggerisce immagini, significati, personaggi. Perché i gemelli portano dei martelli? Potrei dire che i martelli simboleggiano una certa aggressività infantile, e sarebbe anche vero: di fatto, i martelli mi si sono presentati al seguito della parola gemelli per ragioni di rima. Anche in questo caso, prima è stato il suono, poi il significato.

Questa una parte del commento di Gianni Rodari che precede "Marco e Mirko contro la banda del borotalco" una delle bellissime Novelle fatte a macchina. Appena ho letto queste righe ho sentito la voglia di condividerle per la loro semplicità e il loro significato.

Il suono delle parole è per me qualcosa di magico. Un semplice suono può modificare la predisposizione di un lettore o di un ascoltatore nei confronti di chi lo scrive o emette. La musicalità e la sciolevolezza delle parole spesso facilitano il rapporto con un altra persona, altre volte lo complicano. Ecco che allora scegliere ogni suono e ogni parola con cura diventa importante e strategico per comunicare nel modo giusto.

lunedì 27 luglio 2009

Cara Sarah, addio!

Vanity Fair ha chiesto ai suoi editor di leggere e rivedere il discorso di commiato della Palin. Ne è uscito un quadretto ben colorato di rosso, verde e blu. Non un buon segno direi.

A voi la sentenza.


domenica 12 luglio 2009

Per tutti i neo-crusc, me compresa!


Grazie ad un weekend malaticcio (come si può stare male a luglio, mi domando!) mi sono dedicata alla lettura.

Su suo suggerimento, e non poteva essere altrimenti, mi sono immersa tutta d'un fiato in Val più la pratica di Andrea De Benedetti, sottotitolo: piccola grammatica immorale della lingua italiana.

Posto che, anch'io come scrive all'inizio del libro De Benedetti, ho sempre avuto un debole per la grammatica:
Ditemi pure che sono strano, ma a me da piccolo la grammatica piaceva da morire. Mi piaceva scrivere paginate di coniugazioni verbali, dissezionare nomi e aggettivi al microscopio estraendone radici e desinenze, classificare le parole in articoli, avverbi, e congiunzioni, come altri bambini più sani di me facevano con le farfalle o i fossili.

ho trovato il libro veramente molto scorrevole e ben fatto. Si affrontano la maggior parte delle questioni grammaticali più dibattute: il che polivalente, "lui" e "lei" utilizzati come soggetto, le dislocazioni, gli anacoluti, la scomparsa del congiuntivo, con un piglio simpatico e lievemente irriverente che non ci si aspetta da uno "del mestiere".

Il punto da cui nasce l'idea di De Benedetti di scrivere questo libro è quello di dimostrare ai puristi della lingua, i neo-crusc come li chiama in maniera affettuosa, che forse la nostra lingua italiana non è definitivamente allo sfascio, ma che, essendo una lingua viva, sta semplicemente evolvendo verso nuove forme.

Non nascondo che fra la
[...] legione di insegnanti, vetero puristi e neo-cruscanti impegnati a vario titolo in battaglie quotidiane contro i tanti subdoli nemici che metterebbero a repentaglio la lingua di Dante...
mi ci ritrovavo anch'io, stanca della sciatteria del linguaggio scritto e parlato che esce dai nostri media. Ma leggendo il libro di De Benedetti mi sono resa conto che alcune cose sono a tal punto entrate a far parte della nostra lingua che se dovessi fare proprio la purista probabilmente parlerei, e scriverei, una lingua difficilmente comprensibile e allora sarebbe addirittura peggio!

venerdì 10 luglio 2009

If we ran the world

Wired ne ha parlato un bel po' di tempo fa, io lo scopro solo ora.

L'idea mi pare molto interessante. I social network riescono spesso ad aggregare gruppi di persone molto ampi, ma non a farli agire, eccezion fatta per il gruppo di facebook che ha dato vita a questo.

Ifwerantheworld invece può fare la differenza.

Il meccanismo è semplice. Una volta arrivati sul sito apparirà una maschera bianca simile alla pagina iniziale di Google in cui si potrà scrivere che cosa si vorrebbe fare se si guidasse il mondo, if we ran the world per l'appunto. I risultati che appariranno saranno delle attività, chiamiamole buone azioni, che ifweruntheworld ci suggerisce per raggiungere il nostro intento.

Un modo per spingere all'azione anche grazie ad una linea che rappresenta i propri progressi verso il raggiungimento dell'obiettivo.

Ad oggi il sito non è ancora attivo, si cercano collaboratori e finanziatori.



martedì 7 luglio 2009

Perché cinguettare?

E' un po' che ce l'ho in cantiere questo post, ma poi per una cosa o per l'altra non l'ho mai finito. Vediamo se ce la posso fare oggi.

Tutto nasce da un articolo di Repubblica che qualche tempo fa ha attirato la mia attenzione. In realtà forse non nasce dall'articolo. No, ripensandoci questo post nasce da un mio pensiero, un pensiero di quelli un po' sfuggenti, un po'... latenti ecco. Quei pensieri che ti salgono alla mente ma che poi non si completano, restano un po' sospesi finché non arriva uno stimolo esterno che te lo ricorda.

E poi, dopo Repubblica, arriva anche Internazionale, che di solito leggo online e che quella settimana ho deciso di comprare in edicola. Lo prendo distrattamente e dò un'occhiata alla copertina e c'è lui, l'uccellino in questione.

Parlo di Twitter, questo fenomeno che sembra dover soppiantare a breve facebook e diventare il nuovo fenomeno di internet. Forse in America è già così, da noi non ancora.

Ho pensato tante volte di iscrivermi, sono sempre curiosa di esplorare nuove cose, ma poi rifletto e penso: non c'è nessuno dei miei amici su Twitter, perché dovrei condividere i miei pensieri con dei perfetti sconosciuti? Certo non c'era nessuno dei miei amici nemmeno quando mi sono iscritta a facebook e tutto sommato forse era più divertente quando non c'era nessuno!

Comunque non è questo il punto. Quello che ha scatenato le mie riflessioni è la voglia di comunicare in velocità che si sta diffondendo. Forse una conseguenza del nostro stile di vita sempre più frenetico e veloce, forse la comodità di poter trasmettere messaggi tempestivi e di farli circolare in un batter d'ali. Penso a Teheran, alla voglia di comunicare al mondo quello che sta succedendo, ma la necessità, il bisogno di farlo subito, immediatamente, pensando che un solo minuto in più sia già troppo tardi. Allora cinguettare ha un senso, far uscire quello che si ha dentro e condividerlo con gli altri diventa importante, indispensabile.

"Quando abbiamo introdotto il concetto di Twitter lo abbiamo fatto con i nostri amici, che a loro volta hanno invitato i loro amici. E tutti pensavamo che fosse un sistema divertente per essere iper-connessi con la famiglia, con gli amici o con persone care, per essere costantemente in contatto con loro in tempo reale. È ovvio che oggi non sia più così. Quando hai aggiornamenti che arrivano da ogni parte del mondo da milioni di occhi e orecchie che ti raccontano quello che hanno visto e sentito, in un unico flusso in tempo reale, capisci bene che lo strumento che hai creato ha preso una direzione completamente diversa. È uno strumento che si connette alla vita vera di milioni di persone, e che in occasioni come quella delle proteste in Iran diventa uno strumento democratico, drammaticamente insostituibile".

Eh, già, drammaticamente insostituibile.

giovedì 25 giugno 2009

Urgenza slide

C'è bisogno urgente di una presentazione in power point e voi siete fuori ufficio e con un pc che non ha installato power point?Niente paura, la soluzione è dietro l'angolo.

C'è 280slides un ottimo strumento per creare slide in power point direttamente dal web e poi poterle condividere pubblicandole su slide share, inviandole via mail o creando un permanent link dal quale scaricare il documento.

Le funzionalità sono più o meno le stesse di power point e il risultato identico, le slide si possono poi scaricare in power point, versioni 2007, 97-2004, Open Document o pdf.

L'interfaccia è molto mac inspired, appena arrivata credevo si fosse aperto iPhoto, quindi pulita, semplice e intuitiva oltre, ovviamente, ad essere piacevole per l'occhio.

Non possiamo pensare di sostituire così facilmente power point, ma in caso di bisogno esiste l'alternativa web based. Buone slide!

lunedì 22 giugno 2009

L'economista paga!

In un mondo in cui si grida alla morte dei quotidiani e in generale della carta stampata, e io lo confesso sono fra quelli che gridano, e tutte le più grandi testate internazionali denunciano cali di vendite, c'è chi, invece, se la cava abbastanza bene: è The Economist.

Un lungo ma piacevole articolo di The Atlantic fornisce i dati di vendite del settimanale statunitense e una visione del panorama che si può scorgere oltreoceano.

The Economist non è un giornale di molto diverso dagli altri: i giornalisti che vi scrivono sono ottime penne, ma non più di altri, non offre notizie inedite, la scrittura è buona, ma non più di quella di altre testate. Allora, ci viene da chiederci, cosa rende di The Economist differente dagli altri?

La risposta è la sua capacità di scegliere le notizie, di approfondire i temi e di saperli presentare, anche in modo piacevole, perché si sa, alcuni temi non sono proprio così leggeri e riuscire a renderli accattivanti attraverso grafici, immagini e illustrazioni è una dote non trascurabile.
Complimenti al The Economist e lunga vita... cartacea!

lunedì 8 giugno 2009

La cura del cliente

L'altro giorno mi sono iscritta ad istockphoto.com e ho acquistato alcune foto. Ero di fretta e ho constatato che il meccanismo di iscrizione, acquisto dei crediti e download delle foto si è adeguato perfettamente alle mie esigenze: in meno di 5 minuti avevo le foto sul mio desktop.

Sempre presa dalla fretta non ho fatto molto caso a questo particolare. Fino a sta mattina, quando trovo nella mia casella di posta una email di Andrea Santini, responsabile comunicazione iStockphoto Italia (proprio dal suo account personale) che mi dà il benvenuto e mi illustra con semplicità e precisione, caratteristiche rare da ritrovare in comunicazioni "d'ufficio", tutte le funzionalità del sito.

Poi per curiosità ho cercato Andrea Santini su internet (ebbene sì, l'ho gogglato) e ho scoperto che ha un account su twitter in cui settimanalmente mette a disposizione gratuitamente foto, immagini e video presenti sul sito.

Tempo di fare questa ricerca e mi arriva via mail la richiesta di amicizia su Facebook da parte di iStockphoto.

Tutta questa attenzione mi disorienta...
Dal punto di vista dell'azienda procedura ineceppepibile, se ogni cliente viene trattato così credo che ci sia una persona che non fa altro dal mattino alla sera, dal punto di vista del cliente un minimo di apprensione questa attenzione la suscita.

sabato 6 giugno 2009

Articoliamo

Gli articoli e le preposizioni articolate sono una risorsa di cui potete anche fare a meno. Questo sì, questo no; evangelicamente. L’unico consiglio: provate ogni tanto a ripetere a memoria tutte le preposizioni semplici da articolare.
Altrimenti rischiate la sindrome di Biancaneve: non ci si ricorda mai di uno dei sette nani e di una delle preposizioni semplici. Sì. Ma quale? Quale?

Ancora una volta ho ceduto al fascino di farmi portare nel mondo della grammatica e della lingua italiana dai Glossorami della Treccani. Ormai sono diventati un'abitudine per testare la mia preparazione e per leggere con gusto leggere spiegazioni di grammatica simpatiche e divertenti.

Il tema dell'ultima prova erano gli articoli determinativi, queste piccole paroline che usiamo prima dei nomi nelle nostre frasi. Molto spesso li usiamo senza accorgercene, ci viene automatico, come istintiva la scelta fra il determinativo e l'indeterminativo, che però ogni tanto richiederebbe un po' più d'attenzione.

Lascio a voi il dolce piacere di immergervi nella prova e di testare l'articolazione della vostra lingua. Divertitevi a leggere, partendo dal titolo: Interessa l'articolo?

mercoledì 3 giugno 2009

Pierrando con Twitter

Ottima la guida su come usare Twitter nelle PR, messa a disposizione gratuitamente da Ragan.com.

Da leggere tutta d'un fiato... cinguettando, ovviamente!

martedì 19 maggio 2009

Comunicare con coerenza

Da anni mi sento ripetere che la comunicazione ha bisogno di continuità, di coordinazione, di coerenza, di crescere nel tempo con gradualità per non disorientare il pubblico e per non rischiare di buttare all’aria il lavoro già fatto.

Poi mi ritrovo di fronte a questi due video e mi chiedo: ma che lo sappiano ancora solo in pochi?



lunedì 18 maggio 2009

L'effetto di una donna

Purtroppo l'ho scoperto solo ora, ma come si dice di solito, non è mai troppo tardi.



Oltre alla causa, della quale parlerò in qualche altro post, vorrei farvi notare la cura nel comunicare questo argomento. La forza delle sole parole che appaiono inseguendosi in una danza fatta di dimensioni, colori e spostamenti nello spazio. Il ritmo di una musica che va in crescendo. La semplicità di un linguaggio che incanta e rapisce.

giovedì 14 maggio 2009

eccoci qua! cascati come pere cotte.

Il 29 marzo 2009 muore il noto compositore francese Maurice Jarre, padre di Jean-Michel Jarre ed autore di storiche colonne sonore. Subito i media sono a caccia di informazioni sul personaggio e Shane Fitzgerald, 22 anni, irlandese, decide di provarci, a scherzare con l'informazione.

«Potrei dire che la mia stessa vita sia stata una lunga colonna sonora. La musica è stata la mia vita, la musica mi ha dato da vivere, ed è grazie alla musica che verrò ricordato quando lascerò questa vita. Quando morirò ci sarà un valzer che suonerà nella mia testa, e soltanto io lo potrò ascoltare».

Scrive il goliardico ragazzo su Wikipedia e sta a guardare. In men che non si dica la citazione si diffonde su blog, siti web, fino ad arrivare ai grandi dell'editoria: Guardian, London Independent, BBC Music Magazine, giornali australiani ed indiani ed altri ancora.

Nessuno ovviamente cita la fonte da cui trae questa frase senza dubbio poetica, né tantomeno si preoccupa di verificarne l'autenticità. Probabilmente non saremo qui a parlarne se Shane non fosse uscito allo scoperto scrivendo una mail ai principali giornali burlati. Lo stupore del ragazzo è pari a quello dei beffati, non si aspettava di certo che il suo scherzo avesse un palcoscenico così ampio.

Io rimango a guardare. A guardare come i giornalisti continuano a scagliarsi contro Wikipedia e alla sua imprecisa e non affidabile informazione, mentre nel frattempo ne traggono frasi a piene mani senza citarne la fonte (che poi in questo caso sarebbe stato un vantaggio per loro).

Wikipedia però le esplicita le sue imprecisioni e le sue inaffidabilità. I giornali solitamente, no.

martedì 12 maggio 2009

Punti di vista

Una cosa che adoro fare da quando sono piccola è cambiare punto di osservazione di ciò che mi circonda.

Quest'abitudine mi è venuta per caso: una sera mentre ero a tavola per cena mi sono alzata in piedi su una sedia e ho notato un angolo della mia cucina che non avevo mai visto prima, almeno così mi pareva.

In realtà quell'angolo mi era noto ed arci noto, ma era l'angolazione della mia visuale ad essere cambiata e a farmi vedere quel punto in maniera diversa.


Da quel giorno non ho perso l'abitudine di salire sopra le sedie quando il mondo mi sembra troppo conosciuto. Forse l'hanno pensato anche questi creativi.

domenica 10 maggio 2009

Questione di purismo

Ammetto di essere una purista. Ammetto pure di essere molto intransigente su alcune faccende, al punto da diventare estremista. Ma questo mi sembra decisamente troppo.


Sito tematico della Commissione Europea dedicato all’agricoltura biologica. Leggo nel menu a destra: MESSAGGI CHIAVE E SLOGANS… ho avuto un sussulto.

Il buon De Mauro me lo conferma, se mai la mia intransigenza si fosse acuita fin troppo, slogan è invariabile, ovverosia non cambia forma al plurale. E allora, miei cari redattori del sito tematico della Commissione Europea, perché scrivere sloganS? Che oltre ad essere scorretto è pure brutto?

Che sia una svista da un copia incolla dalla versione inglese?

venerdì 8 maggio 2009

Oroscopomania

Ebbene sì, non volevo crederci, ma alla fine non posso negarlo a me stessa, prorpio non ce la faccio... ho una passione smodata e viscerale per l'oroscopo di Internazionale!

Non riesco a passare un venerdì mattina senza aprire firefox, cercarlo fra i miei segnalibri e poi immergermi con gusto nella sua lettura. E' un'operazione che mi rallegra anche nelle giornate buie e che mi rasserena quando, come al solito, sto rincorrendo qualcosa nella frenesia del lavoro.

Con l'astrologia non c'entra nulla, ma ritrovarsi a leggere parole scritte con tanta cura, tanto amore e concetti stimolanti per chi le legge condensati in poche righe è davvero una dolce oasi di piacere in cui rifugiarsi per terminare una concitata settimana.

Grazie, mio caro Rob Brezsny!

sabato 2 maggio 2009

Voltagabbana o scelta ponderata?

Il senatore Arlen Specter, candidato nelle file dei Repubblicani dal 1980, ha scelto ieri di dare una svolta alla propria vita politica e a candidarsi per le elezioni del 2010 con i Democratici di Obama.

Tagliato fuori dal partito in cui militava da anni che ha deciso di non candidarlo per le primarie in Pennsylvania, Specter non ha perso tempo e ha scelto di candidarsi con i Democratici. La sua motivazione però sarebbe stata un'altra: in uno stato, la Pennsylvania, che diventa ogni giorno più democratico, per andare incontro alle esigenze dei propri elettori è necessario seguire i loro andamenti e i loro bisogni. Insomma, se i cittadini vogliono un democratico allora sarò democratico.

Anche nel suo sito Specter spiega con naturalezza e trasparenza le ragioni del suo cambiamento, stupendosi della delusione e del fastidio di alcuni suoi sostenitori e della stampa.

Caro Specter, probabilmente la sua visione così progressista dei fatti non coincide con quella dell'opinione pubblica, ancora radicata nei vecchi schemi partitici e che non ammette cambiamenti repentini da una posizione al suo esatto opposto. Le dirò però, che a me sta simpatico, ho trovato la sua spiegazione dei fatti molto convincente ed accorata e che, se anche fatico a credere che da un giorno all'altro si possa cambiare schieramento politico così come si cambia taglio di capelli, il suo comportamento denota una passione per la politica ed il governo che ormai raramente si incontra altrove.

mercoledì 29 aprile 2009

lunedì 20 aprile 2009

Casini è sempre Casini

Qualche settimana fa l’avevo notato, mentre ero ferma al semaforo e mi sono sempre ripromessa di scriverlo, ma poi causa la fretta me ne sono dimenticata.

Oggi però dopo un’altra foto inerente all’argomento mi è tornato alla mente e allora, visto che siamo in tema di volatili, oggi prendo due piccioni con una fava.

Partiamo con ordine. Mattina presto, ferma al semaforo. Butto l’occhio verso un cartellone pubblicitario: una colomba stilizzata con la scritta “Smettetela di litigare”. Lì per lì, complice il sonno, non capisco bene. Che sia un manifesto di qualche associazione no profit in vista della Pasqua? O addirittura un cartello pubblicitario del Vaticano? No, mi sembra eccessivo… che sia una trovata commerciale di qualche azienda di dolci? Mah…

Ora sono curiosa e prima che scatti il verde guardo meglio. In un angolino trovo la soluzione: Casini. Lungi da me entrare nel merito politico, quello che mi interessa è la comunicazione.



Sarà che era mattina presto, ma quel Casini vicino alla colomba e allo slogan “Smettetela di litigare” mi ha fatto sorridere per un po’, dal punto di vista puramente comunicativo questo accostamento rasenta l’ossimoro e sinceramente me lo sarei risparmiato.

Di sicuro se il motto è “Male o bene, purché se ne parli” l’iniziativa a raggiunto lo scopo, ma la vera utilità di questa campagna, lo spostamento di preferenze, mi sembra un obiettivo ancora distante.

Poi oggi per caso vado a dare un’occhiata a Spinoza e chi ti ritrovo? Di nuovo il nostro buon Casini e questa volta sono gli utenti della rete a prendersi cura della sua campagna elettorale.




Allora forse non è solo una mia impressione, il buon Casini ha bisogno di una mano dal punto di vista della comunicazione. ;)

venerdì 17 aprile 2009

Troppo furious per i miei gusti

Mi è capitato più volte negli ultimi giorni di ascoltare alla radio il trailer del nuovo Fast & Furious. Solo parti originali.

Al di là del titolo che mi evoca, non so perché, dei modellini più che delle auto vere (sarà per questo? mah!) e che trovo abbastanza banale, sono rimasta affascinata dalle parole del trailer che inizia così, cito a memoria:

Sei anche tu uno di quegli uomini che preferisce le auto alle belle
donne?
Sono uno di quelli che apprezza le belle carrozzerie indipendentemente
dalla marca.


Complimenti agli sceneggiatori.

Dopo il trailer ho spento la radio, avevo paura di poter fare indigestione di battute simili.

martedì 7 aprile 2009

Comunicare con i grafici

Il mio lavoro spesse volte va di pari passo con il lavoro di chi si occupa di grafica, impaginazione e design. Entrambi sono mestieri creativi e proprio a causa di questa loro creatività farli collaborare a volte risulta difficile.

In questi giorni dovevo passare informazioni a chi doveva occuparsi della parte grafica sul messaggio che un dato documento doveva trasmettere.

Non è una novità per me, ma le solite difficoltà si sono ripresentate. Ho sempre dato la colpa di questo intendimento faticoso al modus operandi delle persone con cui mi relazionavo, sempre le stesse e abituate a lavorare in una certa maniera. Questa volta però mi sono relazionata con persone differenti, ma le dinamiche si sono rivelate le stesse di sempre.

Allora mi sono fermata a riflettere. E sono arrivata ad una conclusione plausibile.

Tutte le volte che mi relaziono con un grafico per spiegare le mie necessità tendo ad applicare il mio approccio alle cose. In quanto comunicatrice, soprattutto su carta, trovarmi davanti alla pagina bianca mi crea ansia e perciò tendo, inconsciamente, ad evitare questa situazione alle persone a cui passo il brief. Perciò solitamente, e anche questa volta, comunico con loro non solo a parole, ma anche visivamente, fornendo un modello, uno schizzo di quello di cui ho bisogno con l’intento di rendere la mia spiegazione più efficace all’ottenimento del risultato.
Credo invece che questo sia un grave errore. Così facendo in qualche modo limito l’innata e spregiudicata creatività del mio interlocutore che puntualmente mi offre una copia lievemente rivista di quello che gli ho mostrato.

Insomma, ho capito che il mio modo di agire, rivedendo, ricostruendo e dando nuova vita a quello che già esiste non funziona con i grafici che invece hanno bisogno di inventare per primi per essere più efficaci e brillanti.

martedì 31 marzo 2009

Trasformare pdf in word

Trovato in rete un eccellente strumento per trasformare i file pdf in file word.

Niente più scomodi copia incolla e risultato completo visto che il file word che si ottiene mantiene intatto il layout grafico dl file pdf.

domenica 29 marzo 2009

Ogni azienda una storia

Scrivere per un'azienda sembrerebbe un'attività noiosa e poco stimolante, ma scopro sempre di più che non è così.

Ogni azienda ha qualcosa da raccontare. Una storia, un vissuto, un sogno da realizzare un obiettivo da raggiungere. Scrivere un company profile, una brochure, i testi per il sito internet può diventare un compito interessante, creativo e stimolante.

Parlare a qualcuno di quello che l'azienda fa tutti i giorni utilizzando il linguaggio di tutti i giorni, evitando i termini tecnici che la maggior parte delle volte servono solo a compiacere pochi interni, parlare di sè raccontando una storia per piccola che sia, questo è scrivere per un'azienda.

Scoprire ogni giorno il carattere che si ha acquisito negli anni, l'esperienza, i cambiamenti sopraggiunti, parlare con l'obiettivo di presentarsi e farsi conoscere, non di vendere.

Scrivendo in questo modo tutto diventa più semplice: le parole scivolano, le frasi si colorano, i discorsi prendono ritmo.

Sta a noi decidere se siamo un pezzo classico, rock o jazz...

martedì 17 marzo 2009

Scivolando fra i pensieri

In questi giorni sono un po' così... mi soffermo su ogni pensiero, su ogni parola, su ogni singola lettera. Mi piace pensare che quello che scrivo, tutto, dai post del blog fino alla lista della spesa, sarà letto da qualcuno, analizzato, valutato.

Mi piace pensare che quello che scrivo verrà capito e per fare ciò cerco di essere il più chiara e sintetica possibile. Scrivo l'essenziale e cerco di farlo nel modo più semplice possibile.

Do uno schema logico ai miei pensieri, li conduco per un sentiero tranquillo, senza troppe curve e raggiungo la meta scivolando dolcemente per pendii poco inclinati.

Questo modo di procedere mi dà soddisfazione, mi fa sentire bene e credo continuerò così per un po', almeno fino a quando questa bellissima abitudine mi accompagnerà.

mercoledì 11 marzo 2009

Le parole della radio

Io amo la radio, la ascolto per ore ed ore quando posso, mi piace avere la possibilità di ascoltare qualcuno che mi parla di cose nuove e allo stesso tempo poter svolgere qualche piccola attività.

Adoro i programmi culturali e di intrattenimento in cui si parla di musica, di cinema di letteratura e seguo con attenzione i programmi di approfondimento e i TGR.

Notavo come non avendo il supporto delle immagini le parole della radio sono più precise, più ricche e scelte con cura rispetto a quelle, per esempio, utilizzate in televisione. I radio giornali, nello specifico, condensano in pochi minuti molte informazioni, ma il risultato non è mai caotico.

Le notizie vengono date seguendo un preciso schema logico, il gergo cambia a seconda dell'argomento e, invece di essere piatto e sempre uguale come quello televisivo, si arricchisce di volta in volta di sfumature e di toni in sintonia con gli aggiornamenti da comunicare.

Una lingua, quella della radio, che sembra ormai essere d'altri tempi e che rischia di essere travolta da cambiamenti e modalità che non la riguardano. Speriamo che abbia la forza e la costanza di mantenersi integra perché il suo valore è davvero apprezzabile.

domenica 8 marzo 2009

La snellezza tutta inglese

In questi giorni mi è capitato di dover tradurre dei testi tecnici dall'italiano all'inglese. Era un po' che non mi dedicavo alla traduzione ed è stato come al solito un'attività stimolante.

La cosa che maggiormente mi piace della traduzione è il trovare il significato di una frase, il rivoltarla completamente dal punto di vista linguistico grammaticale e tradurla. Mi piace fare tutto ciò con il dizionario dei sinonimi e dei contrari alla mano e con tanta fantasia in mente.

Constatavo come l'inglese è così preciso pur essendo generico. E' molto meno ricco di sinonimi e verrebbe da dire di sfumature, eppure ogni parola inserita nel giusto contesto acquisisce il giusto significato e il giusto peso. Mentre l'italiano a volte, soprattutto nelle scritture aziendali, è ampolloso, ridondante e pesante, l'inglese è sempre scorrevole e snello.

lunedì 2 marzo 2009

Jason sei un idiota!

Le aziende comunicano non solo attraverso i canali tradizionali quali il sito web, le brochure, i company profile, ma anche attraverso la voce e le parole dei propri dipendenti.

Non a caso la comunicazione interna ha un valore molto importante nella creazione dell’immagine aziendale. Un’importanza che forse Ryanair sottovaluta.

Qualche giorno fa un certo Jason Roe ha pubblicato sul proprio blog un post in cui mostrava come nell’operazione di booking il costo della transazione apparisse uguale a zero. La notizia si è diffusa velocemente in rete fino ad arrivare a Ryanair stessa.
Alcuni dipendenti hanno immediatamente ripreso lo sprovveduto blogger chiamandolo con un appellativo poco elegante e gli hanno spiegato , in maniera altrettanto poco elegante, che non si trattava di un bug e che la faccenda non stava esattamente come la descriveva lui.
Ecco il commento completo:

jason!
you’re an idiot and a liar!! fact is!
you’ve opened one session then another and requested a page meant for a different session, you are so stupid you don’t even know how you did it! you don’t get a free flight, there is no dynamic data to render which is prob why you got 0.00. what self respecting developer uses a crappy CMS such as word press anyway AND puts they’re mobile ph number online, i suppose even a prank call is better than nothing on a lonely sat evening!!


Gli indirizzi IP dei commentatori sono stati verificati dal sito web Travolution e effettivamente provenivano dal quartier generale di Ryanair di Dublino.

Anche se tale verifica non fosse stata fatta, la nota ufficiale di Ryanair avrebbe confermato il tono sempre poco elegante utilizzato dai propri dipendenti:

Ryanair conferma che un membro del suo staff è stato coinvolto in una discussione su un blog. La politica di Ryanair è di non perdere tempo ed energie nella corrispondenza con i blogger idioti e Ryanair può confermare che questo non avverrà più. I blogger lunatici possono tenersi la blogosfera tutta per loro mentre i nostri impiegati sono impegnati ad abbattere i costi per i viaggi aerei.

Ryanair non ha sicuramente come obiettivo fornire un servizio elegante, ma credo che i suoi clienti sarebbero maggiormente soddisfatti da una comunicazione quantomeno civile.

venerdì 27 febbraio 2009

Il nome delle città lo decide Google

Se qualcuno ha ancora dei dubbi sull’importanza dei motori di ricerca è il caso che faccia una vacanza a Eu.

La cittadina francese, che vive innanzitutto grazie al turismo, ha deciso di cambiare il proprio nome a causa della scarsa reperibilità sui motori di ricerca.

Digitando Eu su Google, infatti, si ottengono risultati che hanno a che fare principalmente con l’Unione Europea o indirizzi di siti che hanno come estensione .eu – tranne un risultato che segnala l’articolo di Corriere.it in cui si parla appunto del caso di Eu.

Chi l’avrebbe mai detto che internet potesse influire a tal punto sulla nostra vita da indurre una città a cambiare il proprio nome?
Per la cittadina francese è importante comunicare nel modo giusto e farsi trovare dagli utenti, in questo caso anche il nome risulta parte integrante della strategia di comunicazione sul web.

giovedì 26 febbraio 2009

Basta una parola

Si sa che anche una virgola può stravolgere il senso di una frase, figuriamoci una parola.

Ma quando quella parola è grazie, per favore o prego, beh, la differenza coinvolge non solo il senso della frase, ma anche il suo tono.

Ricordo che una delle frasi che più mi veniva ripetuta in una delle mie prime esperienze all’estero era “Remember please” a sottolineare come una piccola parola potesse rendere le mie richieste più gentili e di conseguenza più facilmente soddisfatte.
Questo remember please dovrebbe essere stampato nella mente di qualsiasi persona a ricordare come una piccola parola può modificare il modo di approcciarsi agli altri e negli altri la disposizione a recepire le nostre richieste.

Nella vita privata come in quella professionale le parole andrebbero scelte con cura, se pensare agli altri e al modo in cui essere il più gentili possibili non risulta una pratica corrente, allora proviamo a vederla in chiave opportunistica. Pensiamo che usando alcuni piccoli accorgimenti le persone con cui interagiamo posso diventare più collaborative, più disposte a condividere con noi le informazioni e più motivate nello svolgere compiti che abbiamo chiesto loro.

Provare per credere.

mercoledì 25 febbraio 2009

Non poteva mancare

Etimologia delle parole

Per fortuna che esiste la Treccani!

Dopo il test sugli accenti ecco il nuovo test sull’etimologia delle parole. La storia delle parole, della loro origine è qualcosa che mi ha sempre affascinato molto: la loro derivazione, i mutamenti di significato, le assonanze e le similitudini che conducono una parola a diventare quella che utilizziamo tutti i giorni.

Oltre alla curiosità la Treccani regala anche tanta simpatia nelle opzioni da scegliere, corredata da professionalità nella spiegazione delle risposte. Testi da leggere solo per piacere anche se non si ha voglia di fare il questionario.

martedì 24 febbraio 2009

Internet secondo Alberoni

Alberoni ieri ci è andato giù duro.

Decisamente troppo duro per essere condivisibile.
Se da un lato si può anche concordare col fatto che gli adolescenti di oggi navigano troppo in internet e sono troppo coinvolti dai fenomeni negativi della rete, soprattutto la viralità dei video su YouTube; dall’altro non si può accettare l’associazione fra le droghe e internet.

L’impressione che ne ho io è che ciclicamente c’è bisogno di trovare un capro espiatorio. I giovani non hanno mai dei valori e delle radici, tranne quando cominciano a crescere.
Le generazioni di adulti di oggi sono quelle che negli anni ’60 e ’70 vivevano al grido di sesso, droga e rock ’n’roll e che oggi si sono magicamente trasformati in insegnanti di morale (si badi bene che non ho nulla in contrario alle grida degli hippy, la frase serve solo a evidenziare un contrasto).

Ma perché i giovani devono sempre essere criticati soltanto perché sperimentano degli strumenti e delle situazioni che ai tempi dei loro genitori non esistevano? Fino a qualche anno fa la grande nemica era la televisione, ora il nemico da combattere è diventato il web. Tra un po’ si dirà addirittura che la TV è più educativa di internet. Ma insomma, dove arriveremo?

E’ normale che i giovani sperimentino, è anche più che normale che sollevino dei gran polveroni, ma da qui a dire che sono i mezzi e gli strumenti che utilizzano a spingerli a fare certe cose… beh, ce ne vuole.

Internet è sicuramente un mezzo di comunicazione veloce e che favorisce la condivisione, delle cose brutte, ma allo stesso modo di quelle belle, di cui solitamente si evita di parlare.
E allora invece di demonizzarlo, questo web, utilizziamolo per dar notizia delle cose positive che ci aiuta a costruire. Parliamo della conoscenza che si riesce a condividere, dell’accesso semplificato alle informazioni, della possibilità di ottimizzare i tempi e di risparmiare sugli spostamenti.
Parliamo di tutto questo e cerchiamo di creare un mondo internet positivo e pieno di esempi da seguire.

Common Craft all'Italiana

E' nato notinwords.com, un progetto tutto italiano di video che raccontano delle storie senza parole.

Per certi versi l'idea è simile al già presente e conosciuto commoncraft.com, la differenza, oltre all'italianità, il fatto che not in words non ammette il parlato nei propri video e comunica solamente attraverso le immagini.

La grafica è curata ed accattivante, gli argomenti dei video i più disparati, dalla gravidanza al web 2.0 passando per Lost! Anche in questo differente da Common Craft che invece si focalizza sui temi della tecnologia e del web.

Altro punto di distacco il fatto che i video di not in words non hanno lo scopo di essere delle guide, ma dei video di intrattenimento, fine specificato chiaramente da un cartello all'inizio di ogni video.

E allora diamo il benvenuto a questo esperimento tutto italiano di Paola Pozzessere.

lunedì 23 febbraio 2009

Il blog degli editori

Marsilio Editori ha aperto un blog.
Per chi ama la lettura, come me, è davvero un'ottima notizia: informazioni su nuove uscite, consigli sulle letture, eventi in programma.

Dal punto di vista comunicativo è uno di quegli esperimenti che partono sottotono, con troppa modestia e poco rischio. L'impressione è che ci sia stata l'intuizione, ma che ora si abbia quasi paura ad osare un pochino.

Non abbiate paura di essere autocelebrativi, raccontate chi siete, un lettore si sentirà più stimolato a seguire i vostri consigli. Inserite una bella nuvola con i tag che tornano sempre utili nel catalogare e cercare le informazioni.

E poi scrivete, scrivete, scrivete e le conversazioni non tarderanno a diventare animate!

L’emozione della carta

La carta emoziona sempre. Molto più del digitale.
Ma questo è decisamente il massimo.
Complimenti.

venerdì 20 febbraio 2009

La viralità del pescatore

Direi che l'immagine parla da sé.
Grazie a [mini]marketing.

Social Networking a Treviso

Ieri sera sono stata qui.

Non nascondo che ci sono andata con qualche perplessità. Gli organizzatori li conoscevo e anche qualche relatore, ma spesso questi incontri sono superficiali e poco proficui, soprattutto perché il tempo messo a disposizione non è molto. Ho dato un'occhiata al programma e ho visto che gli interventi programmati erano della durata di 15 minuti; mi sono chiesta: cosa potranno dire in così poco tempo?

Beh, di cose se ne sono dette eccome e pure molto interessanti. Solo qualche appunto.

I tag del convegno:
Facebook
social networking
collaborazione
web 2
relazioni
persone

La parola meno usata: tecnologia.

Lo spirito, riflesso in maniera lampante dalle parole utilizzate, è che il social networking è fatto di persone, non di tecnologia e che le aziende sono composte da persone. Mettere insieme i due termini risulta perciò naturale.

La ricetta del successo non sembra dunque essere tecnologici, ma essere sociali, dare valore alle persone ed intessere relazioni.

P.S. ho osservato divertita come PresentationZen ormai dilaga ovunque! ;)

giovedì 19 febbraio 2009

Le metafore animali

Grazie a Punto Informatico e ai sui "tre siti del giorno" scelti sempre con cura oggi segnalo il sito delle metafore animali.

Un sito in cui trovare gran parte delle metafore presenti nella lingua italiana che hanno a che fare con gli animali e anche una traduzione in inglese. Un utile risorsa per gli anglofoni che vogliono saperne di più sulla nostra cultura.

martedì 17 febbraio 2009

La grammatica secondo Del Noce

Question time durante la conferenza stampa riguardante il Festival di Sanremo.

Fabrizio Del Noce: "Se non ci sarebbe più lo rimpiangereste".

Noi, delle sue affermazioni, invece, non sentiremmo la mancanza.

Il colloquio a parole

Ieri mi è stato chiesto da un collega: “Ma se tu andassi ad un colloquio porteresti con te dei giustificativi?”.

Ci ho pensato e la prima cosa che mi è venuta in mente è stata che solitamente sono i grafici o gli architetti o i progettisti, a portare i propri book in sede di colloquio; ma nel mio caso, no, non porterei degli esempi.

Ne deducevo che un grafico o un architetto devono mostrare, e dimostrare, uno stile oltre alle proprie capacità, uno stile che può essere capito solo dopo la sua visione. Il mio lavoro, invece, può essere spiegato anche a parole, non c’è bisogno di mostrarlo.

Non si tratta di mancanza di creatività, anche la scrittura ha il suo stile e la sua personalità, che vanno mostrati e interpretati, ma allo stesso tempo si devono adattare al cliente, alla situazione, al pubblico di riferimento. Inoltre lo stile della scrittura di una persona traspare anche dalle sue parole, dal suo tono di voce, dal suo modo di tessere relazioni.

Ecco perché non porterei dei miei lavori ad un colloquio, porterei le mie parole, il mio stile e il mio tono di voce.

mercoledì 11 febbraio 2009

Internet e parole

In questi giorni sto rivedendo i testi dei siti web di alcuni clienti. Sto soffrendo molto.

Oltre agli errori di battitura, ai refusi e alle sgrammaticature, che già di per sé provocano un certo fastidio, noto una costante mancanza di obiettivi nella stesura.

Le frasi sono letteralmente buttate all’interno del sito, senza pensare a chi sono destinate e a quale messaggio devono trasmettere. Un cliente, ma soprattutto un potenziale tale, cerca innanzitutto delle informazioni, vuole sapere cosa fa quell’azienda e che prodotti o servizi offre. Forse in un secondo momento può anche essere interessato alla nostra storia, ma spieghiamogli prima di cosa ci occupiamo.

In seconda battuta l’utente compara. Cosa ci rende diversi dai concorrenti? Cosa ci differenzia? Facciamoglielo sapere, diamo loro questa informazione. Non diciamo, però, che siamo i migliori, che siamo l’azienda leader o tra le aziende leader del settore, senza spiegargli il perché. Lasciamo che sia il nostro utente a decidere se siamo i migliori o meno. E se proprio dobbiamo affermare la nostra superiorità facciamo in modo di essere superiori anche nella scrittura e nella cura che riponiamo nei nostri testi.

Internet necessita di brevità, non dilunghiamoci troppo parlando bene di noi, cerchiamo di selezionare le informazioni senza comprimerle e scegliamo con cura ogni parola. Ogni breve brano dovrebbe contenere una moneta d'oro, un premio per il lettore.

lunedì 9 febbraio 2009

Prova di italiano

Grazie a Luisa Carrada, che come al solito è un pozzo di informazioni interessanti, vi segnalo la nuova rubrica del sito della Treccani: i Glossogrammi.

In bocca al lupo con gli accenti.

venerdì 6 febbraio 2009

Auto verdi

Ieri sera mi è capitato di stare per qualche minuto davanti a quell’elettrodomestico rettangolare, che di solito si tiene in salotto o in cucina, e attorno al quale sembra girare la vita di ogni famiglia soprattutto durante i pasti: la TV.
Pur occupandomi di comunicazione non amo particolarmente questo mezzo, non tanto per le sue caratteristiche e potenzialità, quanto per la scarsa qualità dei contenuti.

Ad ogni modo ieri sera ci sono capitata davanti e ho notato un cambiamento. Ho visto due spot che reclamizzavano due modelli di auto differenti, ma il punto sul quale facevano leva era lo stesso: l’ecologia.
Questo tipo di comunicazione mi ha stupito. L’ultimo spot di auto che ricordo di aver visto trasmetteva sensazioni quali: la potenza, la velocità, la sicurezza, l’eleganza, le prestazioni. Ieri no, ieri tutte le auto sono diventate ecologiche. Personalmente ne sono più che felice visto che è un’attitudine, quella di acquistare auto che non inquinano, che appoggio da tempo, ma mi ha portato a fare qualche riflessione.

Il periodo di crisi spinge anche le grandi case automobilistiche, il settore auto motive è sempre stato uno dei maggiori investitori in campo advertising, ha rivedere la propria comunicazione in maniera più sobria, più quotidiana, più misurata. Il tempo delle prestazioni è finito e ora si pensa ai consumi. Quello che un po’ mi insospettisce è, infatti, che tutta questa ecologia sia più usata come sinonimo di risparmio energetico, quindi risparmio anche monetario, GPL e metano sono più economici rispetto alla benzina, invece di vera e propria attenzione all’ambiente.
L’impressione che ho avuto è che il termine ecologico sia utilizzato in maniera poco consona, pensando che l’attenzione all’ambiente sia ancora poca e inefficace per attirare potenziali consumatori.

Oggi do un’occhiata a Technorati e mi accorgo che tra le parole più gettonate dai blogger appare green. Che sia un caso?

giovedì 5 febbraio 2009

Buon compleanno

Oggi è il compleanno di Facebook. Compie 5 anni. Non so se festeggerò.
Mark Zuckerberg è soddisfatto e lo dice nel blog di Facebook e appaiono anche i dati sulla diffusione e l’utilizzo. E Zuckerberg è ancora più contento.

Io non lo so, non credo, di essere contenta. Almeno non quanto lui.
Mi sto interrogando ultimamente sull’utilità di Facebook. Due anni fa quando l’ho scoperto l’ho trovato rivoluzionario, sono riuscita a ripescare amici finiti dall’altra parte del mondo, a parlare con loro a sentirli più vicini. A provare invidia per loro sparsi nel mondo, mentre io sempre qui. Poi ci sono arrivati tutti e non è più stato tanto divertente. Ritrovare persone che non si vedono e non si sentono da anni non è sempre piacevole. Se non ci si sente e vede da anni ci sarà pur un perché.

Ho provato allora ad analizzarlo da fuori, con occhio osservatore. Dal punto di vista professionale a volte può essere utile, soprattutto per chi organizza eventi e convegni, per condividere materiali, intavolare discussioni, stimolare il dialogo. Un po’ invasivo per chi è attore passivo, ma può passare. Come CV online praticamente inutile, d’altronde non è la sua funzione originaria, molto meglio LinkedIn.

Allora ho deciso di osservarne le dinamiche sociali e ne ho tratto molta più soddisfazione. Come chiacchierano le persone degli affari propri su Facebook non succede neanche al bar. C’è un’incessante ricerca di nuovi amici, anche le persone più introverse riscoprono la loro voglia di amicizia. E anche le persone meno simpatiche diventano degli amiconi. A quanti è successo di ricevere delle richieste di amicizia da persone che nemmeno ci salutano per strada?

La cosa più triste che ho notato è che Facebook condiziona i rapporti interpersonali al di fuori della rete. In ufficio in pausa pranzo si chatta con gli amici online, a casa la sera si postano foto, durante il week end si commentano le serate.

Ma una cara e vecchia chiacchierata con gli amici veri all’osteria?

mercoledì 4 febbraio 2009

Nessun perché, nessuna domanda

"Ad un certo punto ho improvvisamente cambiato strada, senza sapere il perché. Invece di proseguire dritta come al solito, al semaforo ho svoltato a destra.
Mi sono chiesta perché e ho pensato che se era successo ci doveva pur essere, un perché. Lo trovo dopo 20 metri: una casa di riposo.
Parcheggio ed entro. Non conosco nessuno e nessuno mi conosce. Ci si confonde bene in una casa di riposo all'ora delle visite. Mi siedo ad un tavolo e osservo.
Non c'è nessuna ragione per cui io abbia fatto questa cosa, nessuna.
Mi si avvicinano due vecchietti, mi chiedono se si possono sedere al mio tavolo, dico di sì. Sono una coppia, sposata da 58 anni, un'eternità.
Non mi chiedono nulla, nessuna domanda, mi prendono per mano e iniziano semplicemente il loro racconto. Non mi chiedono perché sono lì, cosa ci faccio, da dove vengo, cosa cerco. Non mi chiedono nulla e per me è un sollievo: non saprei cosa rispondere.
Sono felici e lo trasmettono. Non c'è niente in quel momento che mi faccia pensare all'abbandono, alla tristezza, alla malinconia che una casa di riposo può trasmettere.
E' un momento di scambio, scambio di esigenze. Loro hanno bisogno di qualcuno che tenda l'orecchio e io di ascoltare.
E' stato molto più spirituale del mio viaggio in India."

Questo uno stralcio della conversazione di ieri con la mia amica Corinne.

Mi ha colpito l'incontro delle esigenze, la possibilità di trovare nella semplicità della quotidianità una risposta alle proprie inquietudini. Una comunicazione che ha raggiunto il suo scopo, nonostante fosse inconscio.

martedì 3 febbraio 2009

Italia? Pizza, cappuccino, spaghetti ed espresso

Se fino a qualche tempo fa il luogo comune per definire noi italiani era: pizza, spaghetti, mandolino, mamma; oggi qualcosa è cambiato.

Un sondaggio effettuato dalla Società Dante Alighieri ha evidenziato come le 10 parole italiane più conosciute all’estero risultino legate alla sfera culinaria.
Il sondaggio, presente da 3 mesi nel sito della società, ha fatto registrare quasi 10.000 voti e le parole maggiormente conosciute in assoluto sono: pizza, cappuccino, spaghetti, espresso, mozzarella e tiramisù.

Sicuramente all’estero piace la cucina italiana.
Scendendo nel dettaglio troviamo che in Austria e Belgio oltre a pizza e cappuccino prevale dolce vita; in Bulgaria, invece, banca; a Cipro ha fatto breccia il Futurismo; in Danimarca spunta pianoforte; in Estonia si votano lotteria, banca e credito. In Lettonia fa, finalmente, capolino la nostra cultura con sonetto, virtuoso, chiaroscuro, quintetto e violino.

Anche gli italiani confermano le tendenze europee e quando viene loro chiesto di scegliere le parole maggiormente significative usate all’estero appaiono pizza, spaghetti, cappuccino, dolce vita, espresso, affresco, bravo e mozzarella.

Al di là dei risultati, mi piaceva riflettere su come alcune parole possano entrare maggiormente nella lingua comune di altri paesi e come di conseguenza possano influire sull’immagine che quel paese suggerisce. Ho sempre pensato che le parole siano qualcosa di importantissimo per la comunicazione, che vadano scelte con cura e che oltre al loro significato intrinseco abbiano una valenza simbolica che influisce sull’efficacia della comunicazione.
Credo che questa ricerca mi dia ragione.

lunedì 2 febbraio 2009

Comunicare con chiarezza

Mi interrogo su una questione vecchia come il mondo, ma che in questi giorni mi è capitato di incontrare ripetutamente: il registro da tenere quando si scrive.
Afferma David Pogue, in un suo post del blog che tiene sul sito del New York Times, che quando si scrive c’è regolarmente chi ci considera generici e poco preparati e chi, invece, ci trova difficili.

Se questo tipo di riflessione vale per la carta stampata, dove il proprio target è, almeno in linea di massima definito, è ancora più valida quando si scrive online.

L’obiettivo è quello di risultare il meno ambigui possibile.
A costo di apparire ripetitivi e ignoranti, i termini tecnici devono sempre essere spiegati, a meno che non siano di uso comune. Le sigle e gli acronimi vanno sempre resi noti, i collegamenti ipertestuali utilizzati per approfondire e contestualizzare gli argomenti. Bisogna scrivere in modo semplice, chiaro e scorrevole. Sono inutili i giri di parole e i discorsi che giungono troppo tardi al dunque.

E importante rileggere i propri scritti e chiedersi se si è stati chiari e comprensibili. Quando si scrive per un pubblico vasto l’ignoranza è relativa. Un lettore può essere plurilaureato in lettere, filosofia e psicologia, ma non essere ferrato in argomento tecnologico e di conseguenza un temine tecnico risulta incomprensibile.

domenica 1 febbraio 2009

La libertà passa per la rete

Leggevo ieri su Repubblica della rivoluzione che sta avvenendo in Cina e che sta proliferando grazie alla rete. So che sembrerò ripetitiva, ma continuo a stupirmi di come internet possa influenzare il modo di vivere e di far circolare le idee.

Mi affascina la sua libertà. Libertà che permette di diffondere contenuti ritenuti scomodi, per gli oscurantisti, e libertà che impedisce che questi vengano definitivamente cancellati. La Charta 08 sta circolando da qualche tempo e nonostante i vari tentativi di eliminarla, continua a rispuntare, da qualche parte nella rete. E’ l’immagine della forza, della costanza e della passione che a dispetto dei divieti continua a moltiplicarsi.

Mi piace pensare che anche internet possa contribuire alla liberazione della popolazione cinese, al suo riscatto dalle logiche del regime. Immaginare un insieme di persone unite per un fine comune che supera confini territoriali e ideologici.

venerdì 30 gennaio 2009

Il contrario dei luoghi comuni

Segnalo un divertentissimo blog che ho scovato in rete proprio ieri.
Luoghi comuni al contrario, scelti con cura. Ce n’è per tutti i gusti e c’è davvero da divertirsi.

Ne cito uno su tutti:
La società è lo specchio della televisione.

E voi? Quale preferite?

giovedì 29 gennaio 2009

Il matrimonio si fa online

L’altro giorno ho fatto una scoperta che ha scaturito in me alcune considerazioni. Le persone con cui ne ho parlato mi dicono che è una pratica che si sta diffondendo sempre più spesso.
Io non ho molta esperienza in matrimoni e per me è stata una divertente sorpresa.

Il wedsite. Un sito internet per il proprio matrimonio in cui inserire informazioni di carattere personale, come è iniziata la propria storia d’amore, le foto dei due promessi sposi, e informazioni di carattere puramente organizzativo, location dell’evento e indicazioni per raggiungerlo, lista nozze.
Se da un lato l’ho trovato un po’ azzardato, raccontare le proprie emozioni in fatto di vita di coppia sul web non mi trova molto d’accordo, dall’altro mi ha fatto riflettere.

Informare attraverso un sito web molte persone, anche distanti fra loro, e dar loro tutte le indicazioni per partecipare al proprio giorno più bello mi è sembrato un modo per ottimizzare costi e tempi. Ma soprattutto mi è sembrato un’innovazione stimolata dal web che radicalmente modifica le relazioni interpersonali. Un segnale di come internet influisce sulla nostra vita quotidiana.

Il rito tradizionale per eccellenza, il matrimonio, si reinventa e diventa interattivo e sociale. Gli amici possono lasciare commenti sul sito, gli sposi possono di volta in volta modificare dettagli e tenere aggiornati gli invitati.
La consuetudine di consegnare l’invito a mano o via posta a parenti e amici viene preceduta da un annuncio interattivo, magari attraverso i social network.

Che il prossimo passo siano le partecipazioni spedite via mail e le bomboniere elettroniche?

mercoledì 28 gennaio 2009

Obama e la comunicazione

Non posso tenere un blog sulla comunicazione, fatta con cura, senza dire due parole sul nuovo presidente degli Stati Uniti d’America.

Obama, già prima di diventare effettivamente presidente, ha rivoluzionato il mondo della comunicazione politica. La sua passione per i media interattivi, da internet al cellulare, ha cambiato il modo di interagire con i cittadini, li ha resi più partecipi nel raggiungimento dei suoi obiettivi.

Obama ha creato intorno alla sua persona molte aspettative: la novità, il cambiamento, la risoluzione di problemi economici. Aspettative che scaturiscono sicuramente dalle sue parole e dai suoi discorsi, ma soprattutto dal suo modo di agire e di comunicare. Perché la comunicazione non è soltanto trovare le parole giuste per la situazione, è anche comportarsi nel modo giusto in tale situazione.

Ora non sempre Obama riuscirà a comunicare con cura, gli esperti dicono che il suo messaggio di insediamento non sia stato uno dei migliori e che la sua iniziativa di aprire il blog della Casa Bianca sia lodevole ma non ben riuscita, ma il suo vigore, la sua freschezza e la decisione con cui affronta le situazioni e comunica col mondo è un buon inizio.

martedì 27 gennaio 2009

Oggi nasce Comunicare con cura

Un altro blog sulla comunicazione. Forse…
Nasce da un’esigenza, un desiderio, un sentimento, quello di mettere un po’ di ordine nel veloce e spesso caotico modo di comunicare di oggi.

Internet ha rivoluzionato il mondo della comunicazione, lo ha reso più veloce ed efficiente, non sempre però i vantaggi di questo nuovo mezzo sono stati utilizzati con cura. A volte il risultato è approssimativo e di conseguenza poco utile.

Mi affascina, poi, il potere che la rete detiene sui mezzi di comunicazione classici, il suo influire con forza sui cambiamenti del lessico, sulla struttura grammaticale della lingua (e delle lingue) e sulle regole che da tempo contradistinguono la comunicazione tradizionale.

Quello che mi piacerebbe costruire con questo blog è uno spazio in cui analizzare la comunicazione, fatta attraverso internet e non, per scoprirne le evoluzioni, stimolare la discussione e interagire con chi è appassionato di questo tema.

Uno spazio dove costruire, comunicando con cura, nuove conversazioni.