mercoledì 4 febbraio 2009

Nessun perché, nessuna domanda

"Ad un certo punto ho improvvisamente cambiato strada, senza sapere il perché. Invece di proseguire dritta come al solito, al semaforo ho svoltato a destra.
Mi sono chiesta perché e ho pensato che se era successo ci doveva pur essere, un perché. Lo trovo dopo 20 metri: una casa di riposo.
Parcheggio ed entro. Non conosco nessuno e nessuno mi conosce. Ci si confonde bene in una casa di riposo all'ora delle visite. Mi siedo ad un tavolo e osservo.
Non c'è nessuna ragione per cui io abbia fatto questa cosa, nessuna.
Mi si avvicinano due vecchietti, mi chiedono se si possono sedere al mio tavolo, dico di sì. Sono una coppia, sposata da 58 anni, un'eternità.
Non mi chiedono nulla, nessuna domanda, mi prendono per mano e iniziano semplicemente il loro racconto. Non mi chiedono perché sono lì, cosa ci faccio, da dove vengo, cosa cerco. Non mi chiedono nulla e per me è un sollievo: non saprei cosa rispondere.
Sono felici e lo trasmettono. Non c'è niente in quel momento che mi faccia pensare all'abbandono, alla tristezza, alla malinconia che una casa di riposo può trasmettere.
E' un momento di scambio, scambio di esigenze. Loro hanno bisogno di qualcuno che tenda l'orecchio e io di ascoltare.
E' stato molto più spirituale del mio viaggio in India."

Questo uno stralcio della conversazione di ieri con la mia amica Corinne.

Mi ha colpito l'incontro delle esigenze, la possibilità di trovare nella semplicità della quotidianità una risposta alle proprie inquietudini. Una comunicazione che ha raggiunto il suo scopo, nonostante fosse inconscio.

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