Io amo la radio, la ascolto per ore ed ore quando posso, mi piace avere la possibilità di ascoltare qualcuno che mi parla di cose nuove e allo stesso tempo poter svolgere qualche piccola attività.
Adoro i programmi culturali e di intrattenimento in cui si parla di musica, di cinema di letteratura e seguo con attenzione i programmi di approfondimento e i TGR.
Notavo come non avendo il supporto delle immagini le parole della radio sono più precise, più ricche e scelte con cura rispetto a quelle, per esempio, utilizzate in televisione. I radio giornali, nello specifico, condensano in pochi minuti molte informazioni, ma il risultato non è mai caotico.
Le notizie vengono date seguendo un preciso schema logico, il gergo cambia a seconda dell'argomento e, invece di essere piatto e sempre uguale come quello televisivo, si arricchisce di volta in volta di sfumature e di toni in sintonia con gli aggiornamenti da comunicare.
Una lingua, quella della radio, che sembra ormai essere d'altri tempi e che rischia di essere travolta da cambiamenti e modalità che non la riguardano. Speriamo che abbia la forza e la costanza di mantenersi integra perché il suo valore è davvero apprezzabile.
mercoledì 11 marzo 2009
Le parole della radio
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