mercoledì 20 ottobre 2010

lunedì 11 ottobre 2010

L'utilità del biglietto da visita

Il biglietto da visita, nonostante la preponderanza della comunicazione online, ha ancora un importante ruolo nella fase di presentazione: ad un evento, ad un meeting, ad un corso di formazione, presentarsi in maniera adeguata è importante.

Il biglietto da visità è dunque utile nella vita di tutti i giorni e allora perché non renderlo ancora più utile? Ecco la proposta di Terry Miller:


martedì 5 ottobre 2010

La geometria della pasta

The Geometry of pasta scritto da Jacob Kennedy e illustrato da Caz Hildebrand è uno splendido libro pieno zeppo di illustrazioni in bianco e nero che regala un sacco di consigli sulla scelta del giusto formato di pasta per ciascun sugo.

Potete averne un'assaggio guardando questo divertente video: un concentrato di simapatia e di comunicatività senza nemmeno una parola... eccezion fatta per "farfalle"!



The Geometry of Pasta from Pan Marketing on Vimeo.

La storia di una condivisione

Oggi vi voglio raccontare un piccolo aneddoto che mi ha fatto riflettere su come internet sta cambiando radicalmente il nostro modo di comunicare e di condividere le informazioni. "Bella scoperta!" direte voi e avete ragione, il tema non è certo nuovo e inesplorato, però a me personalmente crea sempre una senzazione positiva partecipare a esperienze di condivisione 2.0.

Allora, partiamo dall'inizio. Ieri leggo dal mio Google reader un post di un autorevole maestro in cui si segnala un sito in cui si possono ammirare alcuni capolavori dell'arte in HD. Trovo la cosa molto interessante e vado a darci un'occhiata; appena sono lì mi viene in mente lei perché nel suo blog dedica spesso molti post all'arte e la sua passione per questa disciplina traspare chiaramente dalle sue descrizioni. Decido così di mandarle una mail in cui le segnalo l'iniziativa. Lo strumento mail non è molto 2.0, ma avevo bisogno di un modo dolce e personale di comunicare, io Luisa non la conosco e non sapevo nemmeno come potesse prendere il mio suggerimento.

L'operazione è riuscita con successo! Luisa mi risponde e mi ringrazia. Per me era già un bel traguardo, mi sentivo felice di aver condiviso un'informazione con qualcuno che seguo da tempo e che dispensa sempre buoni consigli. Questa mattina un'altra sorpresa: sul Mestiere di scrivere appare questo post.



Io di essere citata nel blog del mestiere di scrivere non me lo sarei mai sognato e così ringrazio Luisa commentando il suo post. E così finisce questa piccola catena 2.0: da qui, a qui, fino a qui, passando per una mail.

Il riconoscimento personale da una così autorevole fonte ha senza dubbio un grande valore per me, ma quello che mi ha veramente gratificato è stato ripensare all'iter e alla velocità con cui le informazioni si sono propagate e hanno arricchito chi le ha ricevute. Buona giornata a tutti (e la pioggia non mi importa!).

martedì 7 settembre 2010

Anche l'email diventa posta prioritaria

Da qualche iorno Gmail ha reso disponibile un nuovo servizio per facilitare la lettura dei messaggi di posta elettronica: la posta prioritaria. Un meccanismo molto semplice, ma che fa risparmiare effettivamente molto tempo (provato e approvato!).

Semplicemente Gmail divide in messaggi di posta in entrata e li classifica in più o meno importanti, evitandoci così la ricerca delle cose che veramente ci interessano.

Non sto a spiegare nei dettagli come funziona il servizio perché lo fa già molto bene questo video:


Io letteralmente impazzisco per i video esplicativi di Google, ne ho già parlato anche qui, li trovi molto chiari, semplici, efficaci e, cosa che non guasta mai, molto divertenti. Insomma, un piccolo esempio di comunicazione ben fatta.

mercoledì 1 settembre 2010

(1000+)

E' il 1° settembre: il mio Google Reader segna (1000+), la mia casella di posta è arrivata agli over 150, da 2 giorni sono tornata in ufficio e non riesco a staccare gli occhi dal monitor del PC per più di 2 minuti... e poi uno dice che le vacanze fanno bene! ;)

venerdì 13 agosto 2010

Quandio il film diventa un grafico

Un'interessante e creativa gallery di infographics dedicata ai film: trilogie, sequel, personaggi, trame.

Scoprirete qual è il mostro più grande e quale la storia più intricata e magari questa simpatica galleria solleticherà la vostra vogli di cinema. Buone vacanze!

venerdì 2 luglio 2010

Video chat per la nonna

Leggo oggi dal blog di Gmail che è stata creata una guida alla video chat di Gmail per le nonne.

L'idea è effettivamente azzeccata: in famiglia chi più delle nonne ha piacere di mantenere i contatti con figli, nipoti, cugini, secondi cugini e qualsiasi altra specie di parente di cui non si conosceva nemmeno l'esistenza? Al giorno d'oggi poi le famiglie sono anche più sparpagliate rispetto al passato e non serve abitare in un continente grande come l'America per sentire il bisogno anche di vedere qualcuno e non solo di sentirlo per telefono. Ecco allora che Google prepara un semplice e divertente video per spiegare alle nostre nonne come si video chatta.

Oltre ad aver centrato il problema, ad aver identificato questo specifico cluster di utenti (le nonne, appunto) e ad aver creato una guida semplice ed efficace (anche se, se dovessi immaginare mia nonna, un minimo di supporto è necessario) i ragazzi di Google hanno fatto un ottimo lavoro di comunicazione.

Il video è simpatico, semplice, con un simpatico personaggio nonna che si presta bene a diventare il protagonista di altri episodi della serie. Il linguaggio è il classico plain English e la grafica è essenziale: colori ben distinguibili, parole scritte in grande, animazione che non disturba e facilita la comprensione. Direttamente dal video, con il semplice click è possibile scaricare la guida in formato pdf, creare un account Gmail o scaricare il plug-in necessario per attivare la video chat.

La guida in pdf riprende la grafica del video e il linguaggio semplice, elenca in maniera veloce tutti i passaggi necessari per iniziare una video chat. Inoltre contiene un piccolo box che riepiloga i passaggi e in cui si possono inserire i dati di accesso alla chat da tagliare e tenere vicino al proprio PC.

giovedì 1 luglio 2010

La guida di Yahoo! per i web contenuti

Yahoo! pubblica Style Guide: writing, editing, and creating content for the digital world. Per ora la guida è solo online, ma dal 6 luglio sarà dispnibile anche in versione ebook.

La versione online è facilmente consultabile e organizzata in maniera chiara e snella. Interessante la parte sull'editing con tutte le dritte su come si scrive cosa, ottimo per quando ci troviamo a scrivere testi per il web in inglese.

Buona anche la sezione sulla SEO anche se non viene svelato nessun trucco innovativo.
Buona lettura.

martedì 29 giugno 2010

giovedì 10 giugno 2010

venerdì 21 maggio 2010

Ecco perché adoro leggere

C'è una sola cosa che amo fare più di scrivere: leggere.

Oggi ho avuto un'intensa, intensissima, nostalgia di un libro che ho letto qualche tempo fa. E' stata una sensazione fulminante, ho rivissuto le stesse emozioni che avevo mentre leggevo il libro, la stessa impazienza di arrivare alla fine, gli stessi istanti di lettura: lì, seduta sul letto con il libro fra le mani e la luce al mio fianco; il ricordo della stanchezza che mi impediva di continuare a leggere e le mie mani che tristemente chiudevano il libro e lo rimettevano sopra il comodino (anche se, per essere precisi, non è un vero comodino quello in camera mia).

Non è una sensazione che mi capita con tutti i libri, solo con alcuni, se ci ripenso credo siano 4 o 5 quelli che all'improvviso riaffiorano alla mia mete e mi sorprendono così, in una mattina di primavera.

Ecco perché adoro leggere.

lunedì 3 maggio 2010

Scrivere una mail - part 3

Oggi sono incappata in questo post di Giacomo Mason e non posso che segnalare la sua presentazione che ben si inserisce nel percorso iniziato qualche post fa "Scrivere una mail".

Trovare supporto alle mie tesi mi fa sentire meno "pignoletta" e più capita. Soprattutto quando il supporto viene da chi ne sa più di me.

Buona lettura.

venerdì 23 aprile 2010

Scrivere una mail - part 2

Va bene, oggi va un po' così e Seth la fa da padrone. Qui potete leggere i suoi di consigli su come scrivere una mail, che in fondo ben si accompagnano a quelli che avevo segnalato qui.

Buona lettura.

Il regalo di Seth

Seth Godin ci regala 45 minuti delle sue parole registrate la scorsa settimana durante una lezione a New York. Un regalo che non mi lascierei sfuggire.

Scarica la lezione di Seth

giovedì 22 aprile 2010

Due punti

Noto con molta amarezza che i due punti ormai non se li ricorda più nessuno, soprattutto i titolisti dei giornali. Non vale sostituirli con la virgola, l'effetto non è lo stesso, ve lo assicuro.

I due punti sono un respiro prima dell'apnea: trattengo il fiato per dire una cosa molto importante di tutto quello che ho detto prima, oppure per chiarirlo e fugare ogni dubbio. La virgola, invece, da ritmo, ma non aggiunge quel pizzico di interesse che rende i due punti così accattivanti. Ricordatevelo.

lunedì 12 aprile 2010

Visual CV - part 2

Forse l'esempio che sto per segnalare non può essere classificato esattamente come un Visual CV, però è senza dubbio molto interessante e creativa.

Ed Hamilton, creativo inglese, ha deciso di presentare se stesso e la sua esperienza professionale attraverso Google Maps. Il risultato è conciso, ma senza dubbio originale. Date un'occhiata.

giovedì 8 aprile 2010

Reclutare un social media specialist

Sono incappata oggi in un annuncio di un'azienda, che potrei definire mediamente nota, alla ricerca di un social media specialist e non è stata una bella esperienza.

Non faccio nomi, però premetto che quest'azienda fa business online e, sebbene il suo sito mi avesse già fatto venire qualche dubbio, avevo l'impressione, o per lo meno la speranza che non fossero degli sprovveduti. Mi ricredo immediatamente.

Parte dell'annuncio recita più o meno così:

Il candidato/a ideale deve avere come prerequisiti fondamentali:

un profilo su Facebook con almeno 150 amici
un profilo su LinkedIn con almeno 100 contatti
un profilo su Twitter con almeno 50 followers

e come caratteristiche preferenziali sia:

autore di un blog
amministratore di una fan page su facebook.

Facendo due conti mia nipote che ha 14 anni ha tutti i numeri in regola per rispondere all'annuncio.
Ora ragioniamoci un attimo su. Su facebook ormai ci sta chiunque e sfido a trovare qualcuno che abbia meno di 150 amici, almeno che non si sia iscritto ieri. Fra colleghi, compagni di università, superiori e medie, vicini di casa, conoscenti, gestori di negozi, ristoranti e bar riceviamo ogni giorno una richiesta di amicizia... il trend attuale mi sembra andare più verso la selezione che l'accumolo.

Un profilo su linkedIn con almeno 100 connessioni mi può anche star bene, ma perché bisogna quantificare tutto? Non è molto più utile avere delle connessioni "vere" e magari più ridotte piuttosto che centinaia di connessioni fittizie? Persone con le quali si interagisce e si conversa più che da mostrare in bacheca? Il parametro più indicativo di linkedIn poi credo siano le raccomandazioni e non il numero di contatti.

Almeno 50 followers su twitter è un bel biglietto da visita certo, ma conosco persone che hanno anche più di 50 follower e hanno solo 4 tweet. Allora a cosa servono tutti questi seguaci?

E il blog e la fan page? Certo potrebbero essere indice di capacità di gestione e di conoscenza dei social network, per fortuna sono solo dei requisiti preferenziali.

Quello che mi fa sorridere di questo annuncio è l'inutilità  dei numeri richiesti. Perché è fondamentale che una persona abbia 150 amici su facebook? Se sono 130 cosa cambia? Non è la quantità che conta, ma la qualità. E poi perché richiederlo esplicitamente nell'annuncio? Chiunque potrebbe pompare i numeri proprio in virtù delle richieste e non è per nulla difficile.

Se io azienda cerco una persona che abbia una buona dimestichezza con i social network controllo la sua attività social a CV ricevuto. Ok, richiedendolo prima farei già una scrematura, ma non è detto che le persone che rispondono all'annuncio si attengano scrupolosamente alle mie richieste e poi un controllo inaspettato regala una visione forse più veritiera.

Inoltre la presenza nei social network e la loro frequentazione non significa essere un esperto di social network. Conosco persone professionalmente molto ferrate in materia, dei veri esperti, che in realtà non li frequentano così assiduamente. Promuovere un brand attraverso i social network è una cosa un po' più complessa e strutturata che utilizzarli.

martedì 6 aprile 2010

Scrivere una mail

Mi accorgo che un'azione semplice come quella di scrivere un'email, un'operazione quasi automatica che ripetiamo più volte al giorno, per molte persone sia ancora un'attività sconosciuta.

Scrivo questo post probabilmente più per sfogare la mia frustrazione che per dare consigli, ma magari riesco a fare le due cose contemporaneamente.

Destinatari
E' essenziale sapere a chi inviare una comunicazione. Ricevo ogni giorno decine di mail indirizzate a me, ma alle quali non posso rispondere perché quello che mi viene chiesto non mi compete. Prima di inviare una mail pensiamo bene a chi ha le risposte che cerchiamo.
E' inutile mandare una mail a più di 3 persone se si vuole una risposta, soprattutto tempestiva; nella maggior parte delle ipotesi non ci risponderà nessuno perché tutti penseranno che lo farà qualcun'altro. E' altresì inutile mandare una mail ad una persona e a 3 in copia iniziando la mail parlando al plurale. Se comincio a scrivere al plurale forse la mia comunicazione è indirizzata a più persone e non soltanto a quella che ho inserito nel campo A:.
Ricordiamoci che chi vede il proprio nome nel campo CC: raramente risponde. Il campo per conoscenza non implica una risposta, ma una semplice lettura. Questo campo è prezioso, non abusiamone. C'è davvero bisogno che tutte quelle persone vengano avvisate? Nella maggior parte dei casi no e ciò serve solo ad innervosire il destinatario del campo A:.
E per ultimo, se abbiamo veramente bisogno di una risposta o di una decisione rivolgiamoci a chi ha il potere di decidere o di rispondere.


Oggetto
Inviare email senza l'oggetto è innanzitutto maleducato. Perché mai dovrei aprire e leggere un messaggio di cui non conosco il minimo contenuto? Ricordiamoci che il 95% delle persone a cui scriviamo riceve ogni giorno una quantità enorme di posta. Perché dovrebbe leggere proprio la nostra?
Senza oggetto anche l'indice di priorità è inutile, non mi spingerà ad aprirla quella mail, proprio no!
Scegliamolo bene l'oggetto della mail: sintetico, ma completo, semplice e comprensibile. Evitiamo abbreviazioni inconsuete e andiamo dritti al punto: "Convocazione CdA 15/04/2010" invece di "Si convoca il consiglio di amministrazione per giovedì 15 aprile 2010".

Testo
Salutiamo sempre, è educato e civile.
Usiamo i titoli delle persone a cui ci rivolgiamo, soprattutto se sono tecnici: avv., ing., arch., ecc.
Le mail non sono un mezzo formale per comunicare, ma non dimentichiamo le buone maniere, tanto meno il rispetto dei ruoli, perciò non prendiamoci mai troppa confidenza e pretendiamola da chi ci scrive.
Quando scriviamo siamo sempre precisi, spieghiamo perciò bene le questioni che esponiamo, ma mai pedanti e prolissi. Le mail devono essere brevi e chiare, perciò niente giri di parole, inutili frasi introduttive e troppi avverbi. Evitiamo frasi burocratiche tipo: "Sono con la presente a...", oppure "Come da accordi intercorsi..." e le chiuse con "Distinti saluti". Molto meglio iniziare andando dritti al punto e congedarsi con stile e in maniera snella: buon lavoro, buona giornata o buona settimana andranno benissimo.
Ricordiamoci che chi legge non ci ha davanti agli occhi: battute, frasi allusive o che necessitano di intonazione e presenza scenica saranno incomprensibili. Per evitare figuracce e misunderstanding pesiamo con cura ogni parola e ogni frase. L'attenzione non è mai troppa.
Evitiamo il maiuscolo, che nel linguaggio del web traduce le urla, e il corsivo che a video si legge male. Curiamo la formattazione, anche l'occhio vuole la sua parte e una mail con paragrafi ben spaziati, elenchi puntati e grassetti si legge più volentieri.

Firma
Inseriamola sempre in un'email. Se scriviamo a chi non ci conosce sarà il nostro biglietto da visita. Per un cliente o un fornitore abituale servirà comunque per identificarci e avere sottomano i nostri recapiti e inoltre serve a sviluppare il brand aziendale. Ai colleghi ricorda che siamo tutti sulla stessa barca.

Conferme di lettura
Impostare di default la conferma di lettura delle mail è una pessima abitudine, oltre ad una noiosa consuetudine. La maggior parte delle volte il nostro destinatario deciderà di non inviarcela, soprattutto se è la nostra decima mail nell'arco di un'ora. E una di quelle volte la conferma di lettura sarà per noi necessaria. Chiediamola quindi solo quando veramente ci serve, saremo più sicuri di riceverla.

Per oggi mi fermo qui, ma non escludo, col tempo, di ampliare questo post! ;)

martedì 23 marzo 2010

venerdì 5 marzo 2010

Come perdere l'occasione

Qualche giorno fa un'amica mi chiede: "Tu che sei così tecnologica potresti cercare in quali negozi si vende la marca XXX?". Lì per lì mi sono un po' stupita, mi sembrava una richiesta piuttosto semplice che non richiedesse capacità tecnologiche così avanzate. Insomma, si va su Google e si fa una ricerca, sembrava tranquillamente alla portata della mia amica e ho pensato che semplicemente non avesse il tempo di farlo.

Inizio allora la mia ricerca. Scopro subito che il nome della marca, con accenti e trattini, crea qualche problema di reperimento, ma con due query arrivo al sito ufficiale. Sito in flash completamente irreperibile dai motori di ricerca e non visibile con l'i-phone, ma è una marca di abbigliamento... diciamo che ci può stare.

Curioso un po' nel sito, bella però questa marca! Quasi, quasi, appena scopro dove la vendono vado a farci un salto assieme alla mia amica e già che ci sono lo dico anche ad altre 2 amiche che apprezzano questo stile - e siamo a 4 persone potenzialmente interessate, attenzione!

Continuo a navigare e cerco una sezione Rivenditori che non trovo. Provo allora con la sezione Corporate, niente neppure lì. Faccio un ultimo tentativo con Contacts dove trovo solo i contatti della sede centrale e nessun indirizzo email. Comincio a pensare che forse vogliono rimanere un marchio di nicchia.

Ritorno su Google e trovo numerosi forum in cui donne colpite da questo marchio - che a quanto apprendo nella stagione 2007 ha organizzato un'ampia campagna pubblicitaria con una nota soubrette come testimonial, il che significa che forse l'ipotesi del mercato di nicchia non regge - cercano disperatamente notizie su dove poterne acquistare i capi. Quindi oltre a me e alle mie 3 amiche siamo in tante a cercare un negozio che venda questo marchio.

Scopro poi una pagina su Facebook che mi fa esclamare: "Ok, forse ritengono i social network più utili del sito web, io sfrutterei entrambi, visto che ci sono, ma può essere una scelta". Ci clicco su e invece scopro che si tratta di un altro marchio, sempre di abbigliamento, ma che non c’entra proprio nulla con quello che cerco.

Frugando nel web trovo allora delle testimonianze di persone che più volte hanno tentato di mettersi in contatto con l'azienda, via mail e telefono, per ottenere informazioni sui rivenditori e non sono mai riuscite a ottenere una risposta.

E il numero delle persone interessate si allarga, le opportunità di vendita per il marchio pure, ma le conversioni in acquisto no! Come si fa a perdere una tale occasione? Ma soprattutto come si fa ad investire in campagne pubblicitarie molto costose per poi non farsi trovare dai consumatori?

Stremata e amareggiata da questa ricerca ho ripensato al perché la mia amica si fosse rivolta a me dicendomi "Tu che sei così tecnologica…", per forza, nemmeno la più geek delle girl può riuscire nella ricerca di contenuti che non sono pubblicati!

P.S. Navigando ho anche scoperto che è online la versione inglese del vecchio sito web con le foto della campagna pubblicitaria e con il vecchio logo dell'azienda. Se non avessi riconosciuto la soubrette avrei detto che si trattava di un marchio omonimo!

venerdì 26 febbraio 2010

Cultura Senza Barriere - the days after 2

Come promesso posto altre riflessioni.

Ho notato come oramai nell'era delle informazioni facilmente reperibili grazie alla rete è sempre più difficile, per chi tiene un seminario, un corso o una lezione trovare qualcosa di veramente interessante da dire.

Il pubblico è preparatissimo - e non parlo di me, sia chiaro - e molto partecipativo, non si lascia sfuggire nulla e non è tanto facile da incantare. Un bravo relatore, oltre ad avere una buona capacità oratoria e presenza scenica, deve donare qualcosa di concreto al suo pubblico. E' essenziale, per chi ascolta, portarsi a casa qualcosa da poter subito mettere in pratica ed utilizzare.

Contenuti, contenuti e contenuti. Queste sono le parole chiave che a mio parere fanno funzionare seminari, workshop, ma in generale anche il mondo della rete in generale. Le persone ricercano la conoscenza e sono stanche del fumo e diventa sempre più difficile accontentarle perché la mole di contenuti e di informazioni gratuite presente sulla rete è davvero molto ampia.

La sfida del futuro diventerà allora la catalogazione e la raccolta. O forse è solo la sfida del presente.

lunedì 22 febbraio 2010

Cultura Senza Barriere 2010 - the days after 1

Come mi auguravo qualche post fa sono riuscita ad essere a Cultura Senza Barriere. Sono stati tre giorni davvero rinfrancanti che mi hanno lasciato piccoli regali che ora non vedo l'ora di mettere in pratica. Oggi però vorrei approfondire una mia "deformazione professionale", se vogliamo chiamarla così.

Influenzata dal fatto che nell'ultimo periodo sopra la mia scrivania sosta Presentation Zen, ho prestato una particolare attenzione alle slide utilizzate durante gli interventi (ovviamente non me li sono goduti tutti) e ho notato che, tranne qualche caso illuminato, impera ancora il concetto di slide come supporto per l'oratore e non come strumento utile per l'uditore.

Principalmente ho visto che:
  • gli interventi peggiori sono stati quelli in cui le slide erano zeppe di testo, oltre che bruttine, e venivano lette pari pari dai relatori... ma se è così me lo posso leggere da me!
  • il verde acido va un sacco
  • il courier new pure e fa anche un bell'effetto
  • continuano ad andare di moda le mappe della metro come rappresentazione grafica di processi
  • lo storytelling funziona benissimo anche per le presentazioni e non solo per le brochure
  • le belle slide in stile Presentation Zen sono efficaci e veloci da recepire, ma a lungo andare sono un po' tutte uguali; bisogna davvero essere originali e puntare su qualche effetto inaspettato
  • potete trasformare le vostre slide in 12 formati, tutti compatibili con qualsiasi tipo di sistema operativo, pc, palmare, ecc., ma se per caso non funziona l'hardware... beh, preparatevi a raccontare qualcosa di intelligente ed interessante anche senza le vostre slide.

Oggi chiudo qui, ma nei prossimi giorni posterò nuovi spunti.

martedì 9 febbraio 2010

Posta con la testa

Oggi è il Safer Internet Day 2010 un'iniziativa coordinata da Adconsum per sensibilizzare gli utenti del web 2.0 a fare qualche riflessione in più prima di pubblicare online contenuti. Insomma, il classico "Conta fino a 10!".

lunedì 8 febbraio 2010

Visual CV

Interessanti questi esempi di CV visuali. Dopo i classici CV tutti uguali, i video CV e i CV cantati, spuntano ora anche i Visual CV.

Gli esempi di Infographic News sono davvero molto belli esteticamente, ma guardandoli bene si scopre che sono anche molto semplici da leggere ed efficaci nel descrivere le esperienze lavorative e le capacità degli aspiranti candidati. Mi è capitato, infatti, quando scrivevo il mio CV di pensare a chi l'avrebbe ricevuto, alla mole di CV giacenti su una scrivania, tutti uguali, tutti scritti fitti fitti, insomma non un bel programma per chi deve selezionare.

Ho sempre pensato che l'originalità fosse importante, che riuscire a destare l'attenzione attraverso le parole potesse considerarsi un punto in più. Oggi mi ritrovo a pensare che forse questi Visual CV sono un esempio interessante di come poter catturare l'attenzione attraverso le immagini. Mi sembrano semplici, belli, colorati e rilassanti per gli occhi e per la mente. Ovviamente dovranno essere accompagnati da un'altrettanto interessante e stimolante bagaglio professionale, ma intanto aiutano.

Voi cosa ne pensate?

Il gatto miagola perché vuole il latte

Mi ha stupito e letteralmente lasciato senza parole quello che ho appena letto nell'articolo di Repubblica che presenta il libro-intervista di Tullio De Mauro scritto da Stefano Bartezzaghi.

Il 5% degli italiani non è in grado di capire la frase "Il gatto miagola perché vuole il latte". Il panorama che ci offre De Mauro e che emerge dall'intervista con Erbani non è affatto consolante, anche se di eccellenze italiane ce ne sono.

Ma quello che mi fa riflettere è il perché. Cosa ha portato a questa situazione? Cosa ci sta facendo retrocedere invece di continuare nella strada dell'educazione e della cultura?

mercoledì 3 febbraio 2010

Lezione di comunicazione al semaforo

Questa mattina ero ferma al semaforo pedonale in attesa del verde e ho assistito ad una splendida lezione di comunicazione.

Figlia e mamma, quest'ultima di circa 70 anni, mi si affiancano chiacchierando amabilmente, io sono lì a qualche centimetro e ascolto quello che dicono. Non lo faccio apposta, direi che a così breve distanza è inevitabile.

Capisco che la figlia deve declinare un invito, o comunque deve comunicare qualcosa di poco gradevole a qualcuno e allora la mamma scatta con il consiglio:

"beh, non devi dirglielo proprio così! Digli che è interessante, che lo trovi un bel progetto, ma che ora non è il momento, insomma daghe un poco de lustro!"

E come si può dar torto a questa donnina? In fondo lo si sa che si possono dire le stesse cose con parole diverse ed essere molto più efficaci, oltre, in questo caso, ad essere molto più diplomatici.

martedì 2 febbraio 2010

domenica 31 gennaio 2010

Comunicare con cura è su twitter!


Era da un po' che stavo a guardare da fuori per cercare di capire, ma ho capito che il modo migliore era entrare e allora eccoci qui.

La forza della passione

Ho trovato questa TED su Internazionale e non sono riuscita a staccarmene fino alla fine, poi ho ricominciato dall'inizio.

L'argomento senza dubbio stimola l'interesse, ma non è nemmeno un argomento facile di cui parlare e non era scontato realizzare un intervento che rapisse l'attenzione e tenesse vivo l'interesse.

Misha Glenny c'è riuscito molto bene. Quello che mi piace di lui è la sua passione che traspare da ogni parola, da ogni gesto, da ogni pausa. L'accento chiaro, le parole scandite, il ritmo della conversazione, i momenti divertenti disseminati con maestria per rendere ancora più efficace la comprensione e il ricordo sono davvero una lezione di comunicazione efficace e fatta con cura.

E non dimentichiamo le slide: chiare, semplici, poco testo, molto immagini, graficamente appetibili. Un esempio da studiare.

venerdì 29 gennaio 2010

Cultura senza barriere 2010

Vi segnalo con molto entusiasmo l'appuntamento con Cultura Senza Barriere 2010 che quest'anno si trova a Padova.

Dal 18 al 20 febbraio 2010 si parlerà di accessibilità, multimedia, search engine optimization (seo), web analytics, webd esign, web semantico, architettura dell’informazione, usabilità, user experience, biblioteche digitali, editoria digitale, e-learning, tecniche di scrittura, comunicazione mediata dal computer, mondi virtuali, politica online, social media, social network, sociologia della rete, open source, tecnologie assistive, tecnologie vocali .

Il programma non è ancora definitivo, ma i seminari fin'ora programmati sono davvero interessanti e i relatori di spessore.

Io spero di esserci, se voi potete non mancate!

mercoledì 27 gennaio 2010

Buon compleanno memoria

Oggi è il compleanno di Comunicare con cura. E oggi è anche il giorno della memoria.
Me ne sono accorta questa mattina e ho cominciato a rifletterci su. Non vorrei dare troppo spazio alla futilità del compleanno a discapito dell'importanza e del bisogno di riflettere su avvenimenti terribili e malefici come l'olocausto.

Per questo ho deciso di iniziare riflettendo sulle parole:

olocausto [o-lo-càu-sto] s.m.
1 Antico sacrificio religioso, nel quale la vittima animale veniva bruciata sull'altare
2 estens. Sacrificio totale, completo: offrirsi in o.; per antonomasia, lo sterminio degli ebrei compiuto dal nazismo: le vittime dell'o.
• sec. XIV

Il termine olocausto (dal greco holos "completo" e kaustos "rogo") è stato introdotto alla fine del XX secolo per riferirsi al genocidio compiuto dalla Germania nazista di tutte quelle persone ed etnie ritenute "indesiderabili" (omosessuali, ebrei, oppositori politici, zingari, testimoni di geova, pentecostali, ecc.), in particolare si stima che sei milioni di ebrei siano stati sterminati.


Shoah (in lingua ebraica השואה )
Significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne adottato per la prima volta, nel 1938, dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla Notte dei cristalli (9-10 novembre 1938). Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa. Ciò spiega come la parola Shoah non sarebbe sinonimo di Olocausto, in quanto la seconda si riferisce allo sterminio compiuto dai tedeschi nei confronti di ebrei, omosessuali, comunisti, Rom, testimoni di Geova, dissidenti tedeschi e pentecostali, mentre la prima definisce solamente il genocidio degli ebrei.

Il termine Shoah, tratto dal titolo del documentario di 9 ore realizzato dal regista ebreo Claude Lanzmann nel 1985 narrante le vicende storiche della seconda guerra mondiale, è stato adottato solo recentemente per descrivere la tragedia ebraica di quel tragico periodo storico e allo scopo di sottolinearne la unicità rispetto ai molti altri casi di genocidio a cui purtroppo la storia umana tristemente ci ha abituato.


genocidio [ge-no-cì-dio] s.m. (pl. -di)
Metodico sterminio di un intero gruppo etnico o religioso
• a. 1950


E poi ho cominciato a riflettere sulle ricorrenze, sul loro senso e sulla loro importanza. Ricordare qualcosa è un'azione che permette di imparare da una situazione già avvenuta. Con gli anni e con i compleanni si impara a riflettere sulla nostra vita, sulle nostre azioni, sulle nostre scelte. Con le ricorrenze si trasmette conoscenza e si stimolano le riflessioni.

E allora buon compleanno Comunicare con cura e buon giorno della memoria.

domenica 10 gennaio 2010

Comunicazione: tutto fumo?

Sul sito di Repubblica si possono ammirare alcuni riusciti esempi di pubblicità, installazioni e campagne ideate per sensibilizzare la lotta contro il fumo.

Le scritte sui pacchetti di sigarette sembrano non essere un efficace deterrente e allora ecco che spuntano pungeball a forma di sigaretta, posacenere a forma di polmoni e sagome da scena del delitto.

Alcune, a mio parere, sono proprio ben studiate e suscitano quantomeno una riflessione. Buona visione.

giovedì 7 gennaio 2010

L'anno dei colori

Quest'anno, lo sento, dev'essere l'anno dei colori. Due piccole coincidenze me lo indicano.

La scorsa settimana ho aiutato un'amica a trovare un libro che stava cercando disperatamente e che si intitola "Il piccolo libro dei colori", mi sono incuriosita e ho dato un'occhiata a i contenuti e sembrava interessante, tant'è che l'ho già chiesto in prestito.

Oggi invece mi imbatto in questo piccolo capolavoro. Ad ogni colore viene dato il proprio spazio, la propria personalità e la propria storia. Partite dalla porta 202.

mercoledì 6 gennaio 2010

Aguzzate la vista


Cercate tutte le differenze delle due immagini e scoprirete come Mozilla ha deciso di rinnovare la sua volpe. Questo e altri interessanti esempi sono segnalati da smashingapps. Dateci un'occhiata.

domenica 3 gennaio 2010

Tempo di classifiche

Come al solito ad ogni fine anno si tirano le somme e si stilano classifiche. Originale quella redatta da Phillip Niemeyer, art director dello studio Double Triple, che ha creato una tabella, apparsa sul New York Times in cui vengono raccolti tutti i principali simboli che hanno caratterizzato gli anni "00".