martedì 24 febbraio 2009

Internet secondo Alberoni

Alberoni ieri ci è andato giù duro.

Decisamente troppo duro per essere condivisibile.
Se da un lato si può anche concordare col fatto che gli adolescenti di oggi navigano troppo in internet e sono troppo coinvolti dai fenomeni negativi della rete, soprattutto la viralità dei video su YouTube; dall’altro non si può accettare l’associazione fra le droghe e internet.

L’impressione che ne ho io è che ciclicamente c’è bisogno di trovare un capro espiatorio. I giovani non hanno mai dei valori e delle radici, tranne quando cominciano a crescere.
Le generazioni di adulti di oggi sono quelle che negli anni ’60 e ’70 vivevano al grido di sesso, droga e rock ’n’roll e che oggi si sono magicamente trasformati in insegnanti di morale (si badi bene che non ho nulla in contrario alle grida degli hippy, la frase serve solo a evidenziare un contrasto).

Ma perché i giovani devono sempre essere criticati soltanto perché sperimentano degli strumenti e delle situazioni che ai tempi dei loro genitori non esistevano? Fino a qualche anno fa la grande nemica era la televisione, ora il nemico da combattere è diventato il web. Tra un po’ si dirà addirittura che la TV è più educativa di internet. Ma insomma, dove arriveremo?

E’ normale che i giovani sperimentino, è anche più che normale che sollevino dei gran polveroni, ma da qui a dire che sono i mezzi e gli strumenti che utilizzano a spingerli a fare certe cose… beh, ce ne vuole.

Internet è sicuramente un mezzo di comunicazione veloce e che favorisce la condivisione, delle cose brutte, ma allo stesso modo di quelle belle, di cui solitamente si evita di parlare.
E allora invece di demonizzarlo, questo web, utilizziamolo per dar notizia delle cose positive che ci aiuta a costruire. Parliamo della conoscenza che si riesce a condividere, dell’accesso semplificato alle informazioni, della possibilità di ottimizzare i tempi e di risparmiare sugli spostamenti.
Parliamo di tutto questo e cerchiamo di creare un mondo internet positivo e pieno di esempi da seguire.

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