lunedì 2 febbraio 2009

Comunicare con chiarezza

Mi interrogo su una questione vecchia come il mondo, ma che in questi giorni mi è capitato di incontrare ripetutamente: il registro da tenere quando si scrive.
Afferma David Pogue, in un suo post del blog che tiene sul sito del New York Times, che quando si scrive c’è regolarmente chi ci considera generici e poco preparati e chi, invece, ci trova difficili.

Se questo tipo di riflessione vale per la carta stampata, dove il proprio target è, almeno in linea di massima definito, è ancora più valida quando si scrive online.

L’obiettivo è quello di risultare il meno ambigui possibile.
A costo di apparire ripetitivi e ignoranti, i termini tecnici devono sempre essere spiegati, a meno che non siano di uso comune. Le sigle e gli acronimi vanno sempre resi noti, i collegamenti ipertestuali utilizzati per approfondire e contestualizzare gli argomenti. Bisogna scrivere in modo semplice, chiaro e scorrevole. Sono inutili i giri di parole e i discorsi che giungono troppo tardi al dunque.

E importante rileggere i propri scritti e chiedersi se si è stati chiari e comprensibili. Quando si scrive per un pubblico vasto l’ignoranza è relativa. Un lettore può essere plurilaureato in lettere, filosofia e psicologia, ma non essere ferrato in argomento tecnologico e di conseguenza un temine tecnico risulta incomprensibile.

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