venerdì 23 aprile 2010

Scrivere una mail - part 2

Va bene, oggi va un po' così e Seth la fa da padrone. Qui potete leggere i suoi di consigli su come scrivere una mail, che in fondo ben si accompagnano a quelli che avevo segnalato qui.

Buona lettura.

Il regalo di Seth

Seth Godin ci regala 45 minuti delle sue parole registrate la scorsa settimana durante una lezione a New York. Un regalo che non mi lascierei sfuggire.

Scarica la lezione di Seth

giovedì 22 aprile 2010

Due punti

Noto con molta amarezza che i due punti ormai non se li ricorda più nessuno, soprattutto i titolisti dei giornali. Non vale sostituirli con la virgola, l'effetto non è lo stesso, ve lo assicuro.

I due punti sono un respiro prima dell'apnea: trattengo il fiato per dire una cosa molto importante di tutto quello che ho detto prima, oppure per chiarirlo e fugare ogni dubbio. La virgola, invece, da ritmo, ma non aggiunge quel pizzico di interesse che rende i due punti così accattivanti. Ricordatevelo.

lunedì 12 aprile 2010

Visual CV - part 2

Forse l'esempio che sto per segnalare non può essere classificato esattamente come un Visual CV, però è senza dubbio molto interessante e creativa.

Ed Hamilton, creativo inglese, ha deciso di presentare se stesso e la sua esperienza professionale attraverso Google Maps. Il risultato è conciso, ma senza dubbio originale. Date un'occhiata.

giovedì 8 aprile 2010

Reclutare un social media specialist

Sono incappata oggi in un annuncio di un'azienda, che potrei definire mediamente nota, alla ricerca di un social media specialist e non è stata una bella esperienza.

Non faccio nomi, però premetto che quest'azienda fa business online e, sebbene il suo sito mi avesse già fatto venire qualche dubbio, avevo l'impressione, o per lo meno la speranza che non fossero degli sprovveduti. Mi ricredo immediatamente.

Parte dell'annuncio recita più o meno così:

Il candidato/a ideale deve avere come prerequisiti fondamentali:

un profilo su Facebook con almeno 150 amici
un profilo su LinkedIn con almeno 100 contatti
un profilo su Twitter con almeno 50 followers

e come caratteristiche preferenziali sia:

autore di un blog
amministratore di una fan page su facebook.

Facendo due conti mia nipote che ha 14 anni ha tutti i numeri in regola per rispondere all'annuncio.
Ora ragioniamoci un attimo su. Su facebook ormai ci sta chiunque e sfido a trovare qualcuno che abbia meno di 150 amici, almeno che non si sia iscritto ieri. Fra colleghi, compagni di università, superiori e medie, vicini di casa, conoscenti, gestori di negozi, ristoranti e bar riceviamo ogni giorno una richiesta di amicizia... il trend attuale mi sembra andare più verso la selezione che l'accumolo.

Un profilo su linkedIn con almeno 100 connessioni mi può anche star bene, ma perché bisogna quantificare tutto? Non è molto più utile avere delle connessioni "vere" e magari più ridotte piuttosto che centinaia di connessioni fittizie? Persone con le quali si interagisce e si conversa più che da mostrare in bacheca? Il parametro più indicativo di linkedIn poi credo siano le raccomandazioni e non il numero di contatti.

Almeno 50 followers su twitter è un bel biglietto da visita certo, ma conosco persone che hanno anche più di 50 follower e hanno solo 4 tweet. Allora a cosa servono tutti questi seguaci?

E il blog e la fan page? Certo potrebbero essere indice di capacità di gestione e di conoscenza dei social network, per fortuna sono solo dei requisiti preferenziali.

Quello che mi fa sorridere di questo annuncio è l'inutilità  dei numeri richiesti. Perché è fondamentale che una persona abbia 150 amici su facebook? Se sono 130 cosa cambia? Non è la quantità che conta, ma la qualità. E poi perché richiederlo esplicitamente nell'annuncio? Chiunque potrebbe pompare i numeri proprio in virtù delle richieste e non è per nulla difficile.

Se io azienda cerco una persona che abbia una buona dimestichezza con i social network controllo la sua attività social a CV ricevuto. Ok, richiedendolo prima farei già una scrematura, ma non è detto che le persone che rispondono all'annuncio si attengano scrupolosamente alle mie richieste e poi un controllo inaspettato regala una visione forse più veritiera.

Inoltre la presenza nei social network e la loro frequentazione non significa essere un esperto di social network. Conosco persone professionalmente molto ferrate in materia, dei veri esperti, che in realtà non li frequentano così assiduamente. Promuovere un brand attraverso i social network è una cosa un po' più complessa e strutturata che utilizzarli.

martedì 6 aprile 2010

Scrivere una mail

Mi accorgo che un'azione semplice come quella di scrivere un'email, un'operazione quasi automatica che ripetiamo più volte al giorno, per molte persone sia ancora un'attività sconosciuta.

Scrivo questo post probabilmente più per sfogare la mia frustrazione che per dare consigli, ma magari riesco a fare le due cose contemporaneamente.

Destinatari
E' essenziale sapere a chi inviare una comunicazione. Ricevo ogni giorno decine di mail indirizzate a me, ma alle quali non posso rispondere perché quello che mi viene chiesto non mi compete. Prima di inviare una mail pensiamo bene a chi ha le risposte che cerchiamo.
E' inutile mandare una mail a più di 3 persone se si vuole una risposta, soprattutto tempestiva; nella maggior parte delle ipotesi non ci risponderà nessuno perché tutti penseranno che lo farà qualcun'altro. E' altresì inutile mandare una mail ad una persona e a 3 in copia iniziando la mail parlando al plurale. Se comincio a scrivere al plurale forse la mia comunicazione è indirizzata a più persone e non soltanto a quella che ho inserito nel campo A:.
Ricordiamoci che chi vede il proprio nome nel campo CC: raramente risponde. Il campo per conoscenza non implica una risposta, ma una semplice lettura. Questo campo è prezioso, non abusiamone. C'è davvero bisogno che tutte quelle persone vengano avvisate? Nella maggior parte dei casi no e ciò serve solo ad innervosire il destinatario del campo A:.
E per ultimo, se abbiamo veramente bisogno di una risposta o di una decisione rivolgiamoci a chi ha il potere di decidere o di rispondere.


Oggetto
Inviare email senza l'oggetto è innanzitutto maleducato. Perché mai dovrei aprire e leggere un messaggio di cui non conosco il minimo contenuto? Ricordiamoci che il 95% delle persone a cui scriviamo riceve ogni giorno una quantità enorme di posta. Perché dovrebbe leggere proprio la nostra?
Senza oggetto anche l'indice di priorità è inutile, non mi spingerà ad aprirla quella mail, proprio no!
Scegliamolo bene l'oggetto della mail: sintetico, ma completo, semplice e comprensibile. Evitiamo abbreviazioni inconsuete e andiamo dritti al punto: "Convocazione CdA 15/04/2010" invece di "Si convoca il consiglio di amministrazione per giovedì 15 aprile 2010".

Testo
Salutiamo sempre, è educato e civile.
Usiamo i titoli delle persone a cui ci rivolgiamo, soprattutto se sono tecnici: avv., ing., arch., ecc.
Le mail non sono un mezzo formale per comunicare, ma non dimentichiamo le buone maniere, tanto meno il rispetto dei ruoli, perciò non prendiamoci mai troppa confidenza e pretendiamola da chi ci scrive.
Quando scriviamo siamo sempre precisi, spieghiamo perciò bene le questioni che esponiamo, ma mai pedanti e prolissi. Le mail devono essere brevi e chiare, perciò niente giri di parole, inutili frasi introduttive e troppi avverbi. Evitiamo frasi burocratiche tipo: "Sono con la presente a...", oppure "Come da accordi intercorsi..." e le chiuse con "Distinti saluti". Molto meglio iniziare andando dritti al punto e congedarsi con stile e in maniera snella: buon lavoro, buona giornata o buona settimana andranno benissimo.
Ricordiamoci che chi legge non ci ha davanti agli occhi: battute, frasi allusive o che necessitano di intonazione e presenza scenica saranno incomprensibili. Per evitare figuracce e misunderstanding pesiamo con cura ogni parola e ogni frase. L'attenzione non è mai troppa.
Evitiamo il maiuscolo, che nel linguaggio del web traduce le urla, e il corsivo che a video si legge male. Curiamo la formattazione, anche l'occhio vuole la sua parte e una mail con paragrafi ben spaziati, elenchi puntati e grassetti si legge più volentieri.

Firma
Inseriamola sempre in un'email. Se scriviamo a chi non ci conosce sarà il nostro biglietto da visita. Per un cliente o un fornitore abituale servirà comunque per identificarci e avere sottomano i nostri recapiti e inoltre serve a sviluppare il brand aziendale. Ai colleghi ricorda che siamo tutti sulla stessa barca.

Conferme di lettura
Impostare di default la conferma di lettura delle mail è una pessima abitudine, oltre ad una noiosa consuetudine. La maggior parte delle volte il nostro destinatario deciderà di non inviarcela, soprattutto se è la nostra decima mail nell'arco di un'ora. E una di quelle volte la conferma di lettura sarà per noi necessaria. Chiediamola quindi solo quando veramente ci serve, saremo più sicuri di riceverla.

Per oggi mi fermo qui, ma non escludo, col tempo, di ampliare questo post! ;)