lunedì 8 febbraio 2010

Visual CV

Interessanti questi esempi di CV visuali. Dopo i classici CV tutti uguali, i video CV e i CV cantati, spuntano ora anche i Visual CV.

Gli esempi di Infographic News sono davvero molto belli esteticamente, ma guardandoli bene si scopre che sono anche molto semplici da leggere ed efficaci nel descrivere le esperienze lavorative e le capacità degli aspiranti candidati. Mi è capitato, infatti, quando scrivevo il mio CV di pensare a chi l'avrebbe ricevuto, alla mole di CV giacenti su una scrivania, tutti uguali, tutti scritti fitti fitti, insomma non un bel programma per chi deve selezionare.

Ho sempre pensato che l'originalità fosse importante, che riuscire a destare l'attenzione attraverso le parole potesse considerarsi un punto in più. Oggi mi ritrovo a pensare che forse questi Visual CV sono un esempio interessante di come poter catturare l'attenzione attraverso le immagini. Mi sembrano semplici, belli, colorati e rilassanti per gli occhi e per la mente. Ovviamente dovranno essere accompagnati da un'altrettanto interessante e stimolante bagaglio professionale, ma intanto aiutano.

Voi cosa ne pensate?

Il gatto miagola perché vuole il latte

Mi ha stupito e letteralmente lasciato senza parole quello che ho appena letto nell'articolo di Repubblica che presenta il libro-intervista di Tullio De Mauro scritto da Stefano Bartezzaghi.

Il 5% degli italiani non è in grado di capire la frase "Il gatto miagola perché vuole il latte". Il panorama che ci offre De Mauro e che emerge dall'intervista con Erbani non è affatto consolante, anche se di eccellenze italiane ce ne sono.

Ma quello che mi fa riflettere è il perché. Cosa ha portato a questa situazione? Cosa ci sta facendo retrocedere invece di continuare nella strada dell'educazione e della cultura?

mercoledì 3 febbraio 2010

Lezione di comunicazione al semaforo

Questa mattina ero ferma al semaforo pedonale in attesa del verde e ho assistito ad una splendida lezione di comunicazione.

Figlia e mamma, quest'ultima di circa 70 anni, mi si affiancano chiacchierando amabilmente, io sono lì a qualche centimetro e ascolto quello che dicono. Non lo faccio apposta, direi che a così breve distanza è inevitabile.

Capisco che la figlia deve declinare un invito, o comunque deve comunicare qualcosa di poco gradevole a qualcuno e allora la mamma scatta con il consiglio:

"beh, non devi dirglielo proprio così! Digli che è interessante, che lo trovi un bel progetto, ma che ora non è il momento, insomma daghe un poco de lustro!"

E come si può dar torto a questa donnina? In fondo lo si sa che si possono dire le stesse cose con parole diverse ed essere molto più efficaci, oltre, in questo caso, ad essere molto più diplomatici.

martedì 2 febbraio 2010

domenica 31 gennaio 2010

Comunicare con cura è su twitter!


Era da un po' che stavo a guardare da fuori per cercare di capire, ma ho capito che il modo migliore era entrare e allora eccoci qui.

La forza della passione

Ho trovato questa TED su Internazionale e non sono riuscita a staccarmene fino alla fine, poi ho ricominciato dall'inizio.

L'argomento senza dubbio stimola l'interesse, ma non è nemmeno un argomento facile di cui parlare e non era scontato realizzare un intervento che rapisse l'attenzione e tenesse vivo l'interesse.

Misha Glenny c'è riuscito molto bene. Quello che mi piace di lui è la sua passione che traspare da ogni parola, da ogni gesto, da ogni pausa. L'accento chiaro, le parole scandite, il ritmo della conversazione, i momenti divertenti disseminati con maestria per rendere ancora più efficace la comprensione e il ricordo sono davvero una lezione di comunicazione efficace e fatta con cura.

E non dimentichiamo le slide: chiare, semplici, poco testo, molto immagini, graficamente appetibili. Un esempio da studiare.

venerdì 29 gennaio 2010

Cultura senza barriere 2010

Vi segnalo con molto entusiasmo l'appuntamento con Cultura Senza Barriere 2010 che quest'anno si trova a Padova.

Dal 18 al 20 febbraio 2010 si parlerà di accessibilità, multimedia, search engine optimization (seo), web analytics, webd esign, web semantico, architettura dell’informazione, usabilità, user experience, biblioteche digitali, editoria digitale, e-learning, tecniche di scrittura, comunicazione mediata dal computer, mondi virtuali, politica online, social media, social network, sociologia della rete, open source, tecnologie assistive, tecnologie vocali .

Il programma non è ancora definitivo, ma i seminari fin'ora programmati sono davvero interessanti e i relatori di spessore.

Io spero di esserci, se voi potete non mancate!

mercoledì 27 gennaio 2010

Buon compleanno memoria

Oggi è il compleanno di Comunicare con cura. E oggi è anche il giorno della memoria.
Me ne sono accorta questa mattina e ho cominciato a rifletterci su. Non vorrei dare troppo spazio alla futilità del compleanno a discapito dell'importanza e del bisogno di riflettere su avvenimenti terribili e malefici come l'olocausto.

Per questo ho deciso di iniziare riflettendo sulle parole:

olocausto [o-lo-càu-sto] s.m.
1 Antico sacrificio religioso, nel quale la vittima animale veniva bruciata sull'altare
2 estens. Sacrificio totale, completo: offrirsi in o.; per antonomasia, lo sterminio degli ebrei compiuto dal nazismo: le vittime dell'o.
• sec. XIV

Il termine olocausto (dal greco holos "completo" e kaustos "rogo") è stato introdotto alla fine del XX secolo per riferirsi al genocidio compiuto dalla Germania nazista di tutte quelle persone ed etnie ritenute "indesiderabili" (omosessuali, ebrei, oppositori politici, zingari, testimoni di geova, pentecostali, ecc.), in particolare si stima che sei milioni di ebrei siano stati sterminati.


Shoah (in lingua ebraica השואה )
Significa “desolazione, catastrofe, disastro”. Questo termine venne adottato per la prima volta, nel 1938, dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla Notte dei cristalli (9-10 novembre 1938). Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d’Europa. Ciò spiega come la parola Shoah non sarebbe sinonimo di Olocausto, in quanto la seconda si riferisce allo sterminio compiuto dai tedeschi nei confronti di ebrei, omosessuali, comunisti, Rom, testimoni di Geova, dissidenti tedeschi e pentecostali, mentre la prima definisce solamente il genocidio degli ebrei.

Il termine Shoah, tratto dal titolo del documentario di 9 ore realizzato dal regista ebreo Claude Lanzmann nel 1985 narrante le vicende storiche della seconda guerra mondiale, è stato adottato solo recentemente per descrivere la tragedia ebraica di quel tragico periodo storico e allo scopo di sottolinearne la unicità rispetto ai molti altri casi di genocidio a cui purtroppo la storia umana tristemente ci ha abituato.


genocidio [ge-no-cì-dio] s.m. (pl. -di)
Metodico sterminio di un intero gruppo etnico o religioso
• a. 1950


E poi ho cominciato a riflettere sulle ricorrenze, sul loro senso e sulla loro importanza. Ricordare qualcosa è un'azione che permette di imparare da una situazione già avvenuta. Con gli anni e con i compleanni si impara a riflettere sulla nostra vita, sulle nostre azioni, sulle nostre scelte. Con le ricorrenze si trasmette conoscenza e si stimolano le riflessioni.

E allora buon compleanno Comunicare con cura e buon giorno della memoria.